Il salario minimo è la questione più calda della politica italiana dell’estate 2023. L’argomento è quello della paga minima che un lavoratore dovrebbe ricevere per legge, indipendentemente dal tipo di lavoro che svolge. In molti paesi europei il salario minimo esiste già, ma in Italia non è ancora previsto. Qui il salario è stabilito dai contratti collettivi, che sono gli accordi stipulati tra le organizzazioni dei lavoratori e quelle dei datori di lavoro. Tuttavia, ci sono alcuni settori in cui i contratti collettivi non sono applicati o sono scaduti, e quindi i lavoratori ricevono stipendi molto bassi o irregolari.

Per questo motivo, le opposizioni politiche hanno presentato una proposta di legge per introdurre il salario minimo anche in Italia. La proposta prevede che ogni lavoratore debba ricevere almeno 9 euro lordi all’ora. Dunque prima che vengano sottratti gli importi di tasse e contributi.

Inoltre, prevede che il salario minimo sia aggiornato periodicamente da una commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali, e che sia garantito anche ai lavoratori autonomi e parasubordinati.

La proposta di legge sul salario minimo è stata firmata da tutti i partiti di opposizione, tranne Italia Viva, che ha presentato dei propri emendamenti. E’ stata poi depositata alla Camera dei Deputati il 30 giugno 2023 e avrebbe dovuto essere discussa in Parlamento. Tuttavia, il Governo ha chiesto di sospendere la discussione per due mesi, cioè fino a settembre 2023.

Il Governo, guidato dalla presidente Giorgia Meloni, ha infatti espresso delle perplessità in merito.

Per questo motivo, ha proposto di incontrare le opposizioni per ascoltare le loro proposte e cercare un confronto costruttivo. L’incontro è stato fissato per venerdì 11 agosto 2023 a Palazzo Chigi. Alla riunione parteciperanno una delegazione del governo, guidata dalla presidente Meloni, e i rappresentanti delle opposizioni che hanno firmato la proposta di legge sul salario minimo.

Cosa propone l’opposizione sul salario minimo

L’opposizione sostiene da tempo la necessità di introdurre il salario minimo in Italia.

E su questo argomento ha presentato diverse proposte in passato. Ritiene, infatti, che il salario minimo sia un diritto fondamentale dei lavoratori. E un mezzo per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro paese.

Tra le opposizioni che hanno firmato la proposta di legge sul salario minimo c’è anche il Partito Democratico (PD), che è il principale partito di centro-sinistra in Italia. Il PD ha dichiarato che il salario minimo è una misura necessaria per garantire una vita dignitosa ai lavoratori e per contrastare la povertà e la precarietà. E ha anche sottolineato che il salario minimo non danneggia le imprese, ma anzi le incentiva a investire in innovazione e qualità.

Altre forze politiche che hanno appoggiato la proposta di legge sul salario minimo sono Movimento 5 Stelle (M5S), Sinistra Italiana (SI), Liberi e Uguali (LeU), Fratelli d’Italia (FdI) e Lega Nord (LN). Questi partiti hanno espresso la loro solidarietà ai lavoratori e la loro volontà di difendere i loro diritti. Hanno anche criticato il Governo per aver bloccato la discussione in Parlamento e per aver dimostrato di non avere una visione sociale e progressista.

Cosa pensa il Governo sul salario minimo

Il Governo, guidato dalla Premier Giorgia Meloni, ritiene che il salario minimo possa avere degli effetti negativi sull’economia. Come la riduzione della competitività delle imprese, la perdita di posti di lavoro, l’aumento dell’evasione fiscale e del lavoro nero. Ed è per questo che ha voluto rimandare la discussione in Parlamento a settembre 2023. Ossia per approfondire meglio la questione e  valutare le possibili conseguenze dell’introduzione del salario minimo. Il Governo ha anche proposto di incontrare le opposizioni per ascoltare le loro proposte e cercare un confronto costruttivo.

Ha, inoltre, dichiarato di essere aperto al dialogo, ma ha anche fatto capire che non intende accettare la proposta di legge così com’è.

Sono infatti state avanzate delle alternative, come il potenziamento del reddito di cittadinanza, l’introduzione di una detassazione dei salari più bassi, la revisione dei contratti collettivi e la creazione di un fondo per il sostegno al lavoro.

Come funziona il salario minimo in Europa

Secondo i dati di Eurostat, aggiornati a gennaio 2023, su 27 Stati membri dell’Unione Europea, 21 hanno introdotto il salario minimo, mentre 6 no. Questi ultimi sono Italia, Danimarca, Cipro, Svezia, Finlandia e Austria. Gli importi del salario minimo variano molto da paese a paese, in base al costo della vita e al livello di sviluppo economico.

Il paese con il salario minimo più alto è il Lussemburgo, dove la paga mensile non può scendere sotto i 2.256,95 euro. Seguono l’Irlanda e i Paesi Bassi, che rispettivamente fissano la cifra a 1.774,50 euro e 1.725 euro. Gli altri paesi con i salari minimi mensili più alti sono il Belgio (1.658,23 euro), la Germania (1.621 euro), la Francia (1.603,12 euro), la Spagna (1.125,83 euro) e la Slovenia (1.074,43 euro).

In fondo alla classifica si trovano l’Ungheria (541,73 euro), la Romania (512,26 euro), la Lettonia (500 euro) e la Bulgaria (332,34 euro). Il salario minimo è calcolato in base a una tariffa oraria o mensile, a seconda dei paesi. In alcuni casi, il salario minimo è aggiornato periodicamente da una commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali.

Vantaggi e svantaggi: il punto di vista dei lavoratori e delle aziende

Il salario minimo ha sia vantaggi che svantaggi per ambedue le fazioni: lavoratori e imprese. Vediamoli in sintesi.

Vantaggi:

  • il salario minimo aiuta a ridurre il divario di reddito tra ricchi e poveri, garantendo una paga dignitosa ai lavoratori più svantaggiati e vulnerabili;
  • previene l’abuso dei datori di lavoro, che non possono sfruttare i lavoratori pagandoli meno del dovuto o imponendo loro condizioni di lavoro inaccettabili;
  • favorisce la produttività e la qualità del lavoro, in quanto i lavoratori sono più motivati, soddisfatti e fedeli alle imprese che li retribuiscono adeguatamente;
  • stimola la domanda interna e il consumo, in quanto i lavoratori hanno più reddito disponibile da spendere per beni e servizi.

Svantaggi:

  • il salario minimo può avere effetti negativi sull’economia, come la riduzione della competitività delle imprese, la perdita di posti di lavoro, l’aumento dell’evasione fiscale e del lavoro nero;
  • può creare delle distorsioni nel mercato del lavoro, come l’appiattimento delle retribuzioni tra diversi livelli di qualifica, l’esclusione dei lavoratori meno qualificati o con minori opportunità, la riduzione degli incentivi alla formazione e alla carriera;
  • può essere difficile da calcolare e aggiornare, in quanto dipende da vari fattori come il costo della vita, il livello di sviluppo economico, la produttività, il PIL, l’indice dei prezzi al consumo;
  • può essere inefficace o insufficiente a garantire una vita dignitosa ai lavoratori, se non è accompagnato da altre misure di sostegno al reddito, come il reddito di cittadinanza, la detassazione dei salari più bassi, il fondo per il sostegno al lavoro.

Alla fine…

Non possiamo sapere se l’incontro porterà a un accordo o a una soluzione alternativa al salario minimo.

Alcune opposizioni hanno espresso dei dubbi sulla sincerità del Governo e hanno accusato la presidente Meloni di voler fare solo una sceneggiata agostana. Altre opposizioni hanno invece manifestato la loro disponibilità al dialogo, a patto che il Governo non voglia solo guadagnare tempo o svuotare la proposta di legge.

Il salario minimo è una questione importante che riguarda milioni di lavoratori italiani. Non resta che augurarci che il confronto tra le parti in causa sia fruttuoso e porti a una soluzione equa e sostenibile per tutti.

Riassumendo…

  • l’11 agosto 2023 ci sarà l’incontro tra Governo e opposizioni per discutere sul salario minimo;
  • l’Italia è uno dei sei paesi che ancora non ha adottato il salario minimo garantito già in vigore negli altri paesi europei;
  • il salario minimo garantito porta con sé anche svantaggi se non è supportato da altre misure di sostegno al reddito.