Nonostante il picco della nuova ondata covid estiva di Omicron 5 sia passato da qualche giorno a detta degli esperti, l’allarme non è finito. L’ultimo bollettino del 20 luglio ha segnalato 86mila positivi, un numero in calo rispetto a sette giorni prima ma che mette in allarme Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) in merito all’occupazione dei posti letto in ospedale: a luglio 2021 le percentuali dei positivi ricoverati era ferma al 2% mentre quest’anno siamo al 17% dei posti occupati.

Rischio nuova ondata covid ad agosto, l’OMS chiede il ritorno alle mascherine al chiuso

Nonostante il picco raggiunto a luglio, gli esperti non escludono una nuova ondata ad agosto, considerando la contagiosità della variante Omicron 5. Secondo Giovanni Rezza:

“Sbaglia chi pensa di attendere il freddo per vaccinarsi, non possiamo aspettare l’autunno: piuttosto pensiamo ad oggi e al periodo di agosto, perché anche se fa molto caldo di contagi ne abbiamo tanti purtroppo ed è difficile prevedere come sarà l’andamento epidemiologico”.

Parole che fanno ben comprendere come anche agosto potrebbe essere a forte rischio. E intanto anche l’Oms ipotizza il ritorno delle mascherine al chiuso, che al momento non sono più obbligatorie ma che vista la situazione dovrebbero essere fortemente consigliate. Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa, ha lanciato un appello molto chiaro:

“A più di 2 anni dall’inizio della pandemia, siamo tutti consapevoli degli strumenti di cui disponiamo per proteggerci, valutare il nostro livello di rischio e adottare le misure necessarie per proteggere gli altri in caso di infezione Covid -. Prendete le vostre decisioni in maniera informata. Solo perché una mascherina non è obbligatoria, non significa che sia vietata”

Soprattutto dal prossimo autunno, le mascherine al chiuso potrebbero tornare nei luoghi a rischio, in particolare andrà promosso l’uso sui mezzi pubblici, oltre a ventilare gli spazi pubblici e affollati come scuole, uffici e trasporti pubblici.

I sintomi meno diffusi della variante Omicron 5

E se l’OMS allarma su nuove ondate nei prossimi mesi, attualmente è ancora la variante Omicron 5 a preoccupare. Ormai dominante, la sottovariante Omicron ha tra i sintomi più diffusi febbre e raffreddore, ma soprattutto mal di gola e voce rauca. Rispetto alle altre varianti la durata media è di 6,7 giorni rispetto a 8,89 giorni di quelle passate. Insieme ai sintomi più noti, se ne possono manifestare alcuni più gravi come nebbia cerebrale, dolore agli occhi, eruzioni cutanee, protuberanze rosse pruriginose o di tipo alveare, orticaria, che appare sotto forma di protuberanze in rilievo sulla pelle.