Anche se il caldo sull’Italia fa pensare a tutto meno che al riscaldamento, con l’avvicinarsi della stagione autunnale, si inizia a pensare non solo all’accensione dei termosifoni, ma anche anche agli altri tipi di riscaldamento come caminetti e stufe. In una regione italiana, invece, si rischia anche una multa di 3mila euro se non dichiara il possesso. Vediamo di capirne di più.

In Toscana, le persone che possiedono un caminetto o una stufa a legna in casa devono dichiararli altrimenti rischiano una sanzione da 3mila euro.

Da quello che si apprende stanno per prendere il via i controlli, in quanto il regolamento regionale 222/2023 della Regione Toscana indica la registrazione sul portale Siert per questi impianti.

Riscaldamenti: stufe e caminetti, ecco chi rischia 3 mila euro di multa questo inverno

I cittadini che hanno un dispositivo alimentato a legna devono procedere con la registrazione apposita usando anche le credenziali di identità digitale. L’Agenzia per il recupero regionale delle risorse ha deciso di procedere ai controlli e verificare la registrazione. La decisione è arrivata in quanto i caminetti e le stufe a legna rappresentano tra le maggiori fonti di emissione di polveri sottili che danno una spinta all’inquinamento. Per questo, la regione Toscana ha deciso di procedere al censimento.

Le deroghe

Ci sono, però, anche delle deroghe. Infatti, sono esclusi dall’obbligo di registrazione i camini dismessi, le cucine economiche, ovvero le stufe dedicate alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento, ma anche i camini chiusi e nel caso in cui una famiglia non abbia altre fonti di riscaldamento in casa. In questo caso, basta compilare una dichiarazione sul sito del Siert.
L’assessora regionale all’ambiente della Toscana Monia Monni ha spiegato alla Nazione il motivo del censimento, sottolineando che:

“I dati scientifici dicono che un caminetto emette polveri fini, ovvero Pm10, pari a 840 grammi per gigajoule, una stufa a legna 760, una a pellet 29.

Al contrario, una caldaia a metano, come quelle delle nostre case, emette 0,2 grammi di Pm10 per gigajoule. In pratica, a parità di energia prodotta, un camino aperto inquina come 4.200 caldaie”.

Queste polveri sottili, quindi, causano molti problemi ai cittadini e la volontà di censire ha lo scopo di raccogliere informazioni sulla quantità di questi sistemi e migliorare le politiche contro l’inquinamento.

Le polemiche

La decisione della Toscana di censire i camini e stufe a legna, è stato fonte di polemica per la parlamentare di Forza Italia, Erica Mazzetti che ha parlato di un’interrogazione in Commissione ambiente alla Camera, in quanto questa decisione potrebbe essere deleteria per i cittadini.
Per provvedere all’accatastamento, quindi, bisogna accedere alla pagina web www.siert.regione.toscana.it in modo del tutto gratuito. Chi avesse difficoltà con la procedura informatica, può chiamare il numero 800151822 per richiedere informazioni o fissare un appuntamento.
Chi non è in regola rischia una sanzione da 500 a 3mila euro che non scatta subito. Il cittadino avrà tempo 30 giorni e solo dopo il controllo successivo scatterà la sanzione. Nel frattempo, da fine ottobre, in molte città italiane scatterà l’autorizzazione per l’accensione dei riscaldamenti.

Riassumendo

  • In Toscana scattano le multe per chi non registra i camini e le stufe a legna per riscaldare casa
  • La decisione è arrivata poiché i caminetti e le stufe a legna rappresentano tra le maggiori fonti di emissione di polveri sottili
  • Per provvedere all’accatastamento, quindi, bisogna accedere alla pagina web www.siert.regione.toscana.it