Oltre ai rincari previsti per benzina, pedaggi, bollette, spesa e altre voci, anche le vacanze al mare rischiano di diventare molto salate questa estate a causa degli aumenti dei canoni per i balneari decisi dal governo per il 2023. Un aumento del 25% che ha portato la categoria sul piede di guerra. La circolare è arrivata alla Vigilia dell’anno nuovo e ha scontentato quasi tutti. Si prevede, infatti, un aumento dei canoni di affitto a causa dell’inflazione per gli stabilimenti balneari, quindi si passerà da 2.698 a 3.377 euro.

La paura è che l’aumento del canone porterà anche ad un salasso per gli ombrelloni e lettini.

Rincari canoni balneari fino al 25%

Secondo la Fiba Confesercenti, la categoria non è contraria ma gli strumenti andrebbero fatti:

“con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene”

Secondo il Sib – Sindacato italiano balneari, invece, si tratta di aumenti non giustificati. Anche Flavio Briatore, co-proprietario del lido Twiga , aveva affermato che secondo lui i canoni andavano triplicati, confermando che lui avrebbe dovuto pagare 100mila euro. Sul tema dei canoni, quindi, c’è una certa divisione. Il timore è legato anche ai possibili rincari per ombrelloni e lettini nel 2023. Infatti, tra caro bollette, inflazione e danni causati dalle mareggiate, si teme che la prossima estate affittare un ombrellone negli stabilimenti costerà parecchio di più.

Noleggiare ombrellone e lettino potrebbe essere un salasso nell’estate 2023

Ovviamente sembra prematuro parlarne ora, hanno sottolineato gli esperti, ma un certo timore c’è. Già la scorsa estate, nonostante non si registrarono aumenti significativi, le associazioni di categoria trovarono degli incrementi di almeno il 10% rispetto al 2021. Facendo due conti, già durante l’estate 2022, si pagavano almeno 25-30 in più per un ombrellone e due lettini, cifra che arriva anche a 100 euro per stabilimenti di livello.

Negli ultimi anni, inoltre, a causa del covid, molte strutture dovettero aumentare le tariffe per affrontare le spese di sanificazione e distanziamento in spiaggia. Finita l’emergenza, il 2023 potrebbe rappresentare l’anno degli aumenti dei canoni demaniali, a causa dell’inflazione e l’aumento delle bollette.

Quindi i proprietari degli stabilimenti, potrebbero decidere di scaricare le maggiori spese sul consumatore finale. Ovviamente è ancora presto per dirlo. Il timore, però, c’è. Soprattutto se consideriamo che gli aumenti hanno investito tutte le categorie possibili. Nel 2023 sono già previsti rincari per la benzina, a causa dello stop allo sconto taglia accise, senza contare l’aumento per i canoni di affitto e le rate dei mutui, bollette e spesa.