L’allarme rincari dei prezzi continua senza sosta. Ormai è difficile incontrare persone che non si lamentano o che non sostengono di essere in difficoltà. Basta camminare per strada per rendersi conto della situazione, davvero esasperante, che un pò tutti stiamo vivendo sulla nostra pelle. Fino a pochi mesi era la pandemia di covid-19 ad occupare tutte le prime pagine dei giornali, ma anche il tema più discusso in famiglia o tra amici. Ora si parla solo di rincari e di quanto costa fare la spesa: “Guarda quanto è aumentato questo. Prima il pane costava 2 euro adesso lo pago 3 euro. Non parliamo della frutta. Tra poco bisognerà mettersi a dieta per risparmiare”.
Questa è solo una delle tante esternazioni che si possono ascoltare parlando con altre persone.
Rincari prezzi, ecco a cosa rinunciano le famiglie quando fanno la spesa
Chi non ha ridotto il numero di prodotti acquistati, ha dovuto ridurre la qualità. Almeno il 18% dei cittadini ha affermato che a causa dei forti rincari ha dovuto cambiare abitudini di acquisto e comprare prodotti alimentari meno cari. Solo per il 31% non è cambiato niente rispetto a prima. E questo già la dice lunga su come l’inflazione ci stia facendo vivere uno dei periodi più brutti di sempre. L’indagine sottolinea che gli italiani, vittima della caro prezzi, hanno cambiato modo di fare la spesa, scegliendo supermercati meno cari o cercando offerte e promozioni.
Ad avere la meglio, sono in ogni caso i discount, che hanno aumentato le vendite del 9% mentre parlando di quei prodotti per cui è stata tagliato l’acquisto, la scelta è ricaduta su frutta e verdura. E non bisogna biasimare chi ha fatto questa scelta, considerando a quanto sono arrivati a costare.
Per il futuro più di 2,6 milioni di persone a rischio povertà
Il futuro non sembra promettere nulla di buono. A causa dei rincari dei prezzi a rischio ci sono almeno 2,6 milioni di persone che ad oggi devono chiedere aiuto per mangiare. Numeri destinati a salire. In autunno, oltretutto, la situazione potrebbe esplodere andando a colpire la filiera agroalimentare e di conseguenza i 4 milioni di lavoratori impiegati. Leggendo l’indagine di Coldiretti ci si rende conto che siamo tutti nella stessa barca e che saranno mesi duri nonostante le buone intenzioni.