Continuano senza sosta i rincari dei prezzi dei prodotti alimentari. Secondo i dati delle Centrali di Acquisto della Gdo, infatti, le rilevazioni sui prezzi hanno mostrato un aumento del 2,1% a marzo per almeno 46 prodotti. Secondo l’indagine condotta da Unioncamere con la collaborazione di Bmti e Ref Ricerche, si attendono ancora rincari per il bimestre aprile maggio su 46 prodotti alimentari del +3,5% rispetto al bimestre precedente.

Rincari prezzi alimentari, ecco quanto costano adesso molti prodotti

Dal pollo, passando per burro e olio di semi, ma anche pane e biscotti, i rincari dei prodotti alimentari risultano essere sempre di più un problema per gli utenti, soprattutto per il bimestre attuale, dove si prevede anche una crescita su base annua fino al 12,7%.

Secondo il presidente di Unioncamere, Andrea Prete:

“In uno scenario che già presentava tensioni a causa di molteplici fattori (energetici, climatici e sanitari), lo scoppio della guerra in Ucraina ha ulteriormente spinto al rialzo i prezzi dei prodotti alimentari. Una corsa che non accenna a rallentare, a svantaggio dei costi pagati dalle imprese e dei bilanci delle famiglie”.

A subire i maggiori rincari, sono stati alcuni prodotti come il pollo fresco, il burro, aumentato del 3,8%, a causa della riduzione delle disponibilità a livello globale. Aumenti anche per prodotti cerealicoli e derivati come pasta di semola, riso, biscotti, pane a causa dei rincari delle materie prime e dell’energia.

Rincari soprattutto per la carne di pollo e l’olio di semi

Per quanto riguarda l’inflazione durante il mese di marzo, i dati forniti dalle Centrali di Acquisto hanno parlato di un’accelerazione con rincari soprattutto per la carne di pollo e l’olio di semi, a causa di una carenza dell’approvvigionamento.

Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, i prezzi di moltissimi prodotti hanno subito rincari non indifferenti. La spesa alimentare degli italiani è diventata più cara.

A questo vanno aggiunti i costi per le bollette di luce e gas e la benzina, che pure contribuiscono a far diventare il carrello della spesa degli italiani molto più salato. Una situazione che però non sembra possa finire nel breve termine.