“È una delle caratteristiche della nostra democrazia il correre ciecamente alle riforme. Si chiede una riforma… e questa non fa in tempo ad essere votata che ci se ne allontana, si corre ad un’altra“, affermava Aristide Briand. Un modus operandi che sembra accomunare un po’ tutti i governi. Tante infatti sono le misure che sono state introdotte nel corso degli anni, per poi essere cancellate in tempo zero dal governo successivo. Quasi a voler mettere il proprio timbro in ogni ambito, spazzando via quanto fatto dal proprio predecessore.

Non si tratta, ovviamente, della mera volontà di fare la caccia agli errori dei governatori precedenti. Bensì della necessità di stare al passo con i tempi, in modo tale da riuscire a venire incontro alle esigenze dei cittadini. Quest’ultimi, purtroppo, si ritrovano ormai da qualche anno alle prese con una grave crisi economica. Da qui la necessità che il governo intervenga attraverso misure ad hoc, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle tasse. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Riforma fiscale, verso l’addio alle tasse del governo Monti: ecco di quali si tratta

Il governo Meloni è al lavoro per mettere in campo la prossima riforma fiscale che dovrebbe portare con sé delle importanti novità. Entrando nei dettagli sembra che l’intenzione dell’esecutivo sia quella di cancellare tutte quelle micro tasse introdotte negli anni passati per fare cassa, senza però riuscire ad ottenere i risultati sperati.

In particolare si annovera il possibile addio alle tasse introdotte a fine 2011 dal governo Monti grazie al cosiddetto decreto “salva Italia”. A tal proposito sembra che a breve si potrebbe assistere all’addio definitivo a diverse misure poco gradite dai cittadini, come ad esempio il superbollo sull’auto. Un addio, quest’ultimo, che ha già avuto il riscontro positivo sia del viceministro dell’Economia Maurizio Leo che del leader della Lega Matteo Salvini.

Ma non solo, si ipotizza anche una possibile revisione della Tobin Tax. Quest’ultima, si ricorda, va a colpire tutte le transazioni finanziarie, eccetto alcune tipologie di titoli e azioni a bassa capitalizzazione. Applicata nella misura del 0,10% del saldo netto delle transazioni giornaliere, la Tobin Tax colpisce tutte le società quotate con sede nel nostro Paese e capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro.

La conseguenza più evidente è che la borsa di Milano sia tra le meno ambite dagli investitori retail. Proprio per questo motivo l’esecutivo Meloni starebbe pensando di abolire la Tobin Tax o quantomeno limitarla. In quest’ultimo caso sarebbe riservata solamente alle società con capitalizzazione superiore al miliardo di euro.

Ritenuta d’acconto dei lavoratori autonomi e fondi pensioni: le ipotesi in ballo

Sempre grazie alla nuova riforma fiscale, inoltre, si potrebbe assistere ad una riduzione della ritenuta d’acconto dei lavoratori autonomi. Quest’ultima dovrebbe passare dal 20% al 10%. Potrebbero essere introdotti anche importanti incentivi fiscali volti a far confluire il risparmio privato nella patrimonializzazione delle imprese.

Diverse le proposte in ballo, come quelle di Forza Italia di aumentare la deducibilità dei contributi versati ai fondi pensione oppure di ridurre l’Ires e il carico fiscale per le imprese. Secondo la Lega, invece, bisognerebbe sospendere i termini di impugnativa di una cartella in presenza di un’istanza di autotutela.

Il condizionale comunque resta d’obbligo, dato che al momento si tratta solo di ipotesi. Bisogna infatti attendere la prossima riforma fiscale per sapere quali novità verranno effettivamente introdotte dal governo e se effettivamente si assisterà all’addio alle tasse introdotte dal governo Monti.