Si sta per muovere qualcosa in merito alla nuova riforma del fisco. Con la nuova riforma dell’Iva si punta all’ Iva zero su alcuni prodotti di prima necessità. Si tratta certamente di un passo importante come ha chiarito il sottosegretario Sandra Savino rispondendo a una interrogazione di Fratelli d’Italia, in commissione Finanze alla Camera – che ha parlato proprio di una nuova legge delega di riforma fiscale che prevede il riordino della normativa sull’Iva nazionale in modo da allinearla a quella della Ue.

In arrivo la riforma fiscale, i cambiamenti previsti per alcuni prodotti

Insomma, con questa nuova riforma, alcuni beni potranno essere sottratti al pagamento dell’Iva. Ne aveva parlato anche il viceministro dell’economia e delle finanze Maurizio Leo, durante un convegno del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. In particolare, ci si riferiva ad un meccanismo di esenzione per certe categorie di beni, una sorta di aliquota zero. Ma quali sono questi beni? Il ministero dell’Economia aveva parlato di alcuni prodotti preparando delle simulazioni per quei prodotti che sono al 4% come pasta e pane.

Per alcuni prodotti come carne e pesce, che oggi hanno una aliquota al 10%, si pensa di portarla al 5%. L’idea – insomma- era di creare una sorta di carrello della spesa per cercare di limitare l’inflazione. Per arrivare a ciò, il costo dell’operazione è fissato tra 4 e 6 miliardi. Oltre alle aliquote – ha spiegato ancora Savino – i nuovi criteri dovrebbero consentire la semplificazione di alcuni “istituti dell’Iva, quali la detrazione e i rimborsi, in modo che gli stessi risultino più accessibili ai contribuenti”.
Per quanto riguarda le aliquote fiscali, si prevede il passaggio da 4 a 3. Un’ipotesi parla di una aliquota iniziale del 35%, una seconda al 33% e una terza al 43%. Un’altra ipotesi, invece, parla di una aliquota al 23%, una seconda al 33% e la terza al 43%.

Per quanto riguarda le imprese dovrebbe essere riscritto il meccanismo di funzionamento dell’Ires

Per quanto riguarda le imprese, invece, dovrebbe essere riscritto il meccanismo di funzionamento dell’Ires. Si pensa di dare il via libera ad una sorta di aliquota mobile, con il prelievo che potrebbe scendere al 15% per le aziende che investono in beni strumentali o che assumono over 50 o percettori di Reddito di cittadinanza.
Un altro cambiamento riguarda l’accertamento fiscale, l’obiettivo è arrivare ad un maggior dialogo tra Agenzia delle Entrate e i contribuenti. In tal senso, l’Agenzia dovrebbe preparare una dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese. Se gli imprenditori accetteranno la proposta, nei successivi due anni non subiranno accertamenti. Per le aziende più grandi, invece, sarà rafforzato il meccanismo della «cooperative compliance».