Per molti è un fulmine a ciel sereno, per altri una provocazione ridicola, ma c’è anche chi ci vede una possibile soluzione democratica al problema. Stiamo parlando del referendum in Ucraina per l’annessione alla Russia dei paesi occupati dall’esercito di Putin.

Gli USA fanno subito sapere che non riconosceranno la validità di questo referendum, e naturalmente invita l’Unione Europea a fare altrettanto. La situazione internazionale quindi si fa sempre più tesa e difficilmente questo sarà riconosciuto come un atto democratico, come qualcuno sta cercando di dire.

Ma come e quando si svolgeranno questi singolari voti?

Referendum Ucraina, le modalità di voto

Le autoproclamate repubbliche autonome del Donbass, Lugansk e Donetsk hanno indetto una consultazione per il 23 settembre con data di termine fissata per il 27 dello stesso mese. Questo referendum era in realtà già stato annunciato un anno fa, visto che le repubbliche in questione da anni ormai si dichiarano filorusse. A tal proposito, infatti, Putin, poco prima dell’invasione dell’Ucraina, le aveva riconosciute indipendenti. Per Mosca tali consultazioni sarebbero un ripristino della giustizia storica. Come dicevamo, però, c’è chi non la pensa così.

Non solo gli Stati Uniti, ovviamente anche Kiev reputa tale referendum illegittimo. Secondo la la capitale ucraina si tratta di un atto illegale, attuato da chi ha paura della sconfitta. È importante infatti notare che lo scenario bellico è decisamente cambiato rispetto a qualche mese fa. L’Ucraina, da vittima sacrificale, ha conquistato terreno e, dopo aver difeso i territori rimasti in suo potere, punta ora ad attaccare nuovamente le regioni già conquistate dal nemico. Le votazioni avranno un sistema ibrido, saranno cioè svolte sia online che in presenza. La decisione di rendere possibile anche il voto online è dovuta proprio al fatto che i bombardamenti stanno interessando anche le regioni autonome del paese.

Consultazioni illegali o atto democratico?

Niente quorum, il risultato sarà deciso a maggioranza semplice.

Questa la decisione delle repubbliche in merito al referendum per l’annessione alla Russia. Sulla scheda verrà posta in russo e ucraino la seguente domanda:

“Vuoi che la regione di Zaporizhzhia si stacchi dall’Ucraina, diventi uno Stato indipendente e si unisca alla Federazione russa?”

L’elettore non dovrà fare altro che barrare la casella “Sì” oppure quella “No”. Cosa c’è di più democratico di un referendum? Non sono pochi a pensarla così. Non sarebbe stato meglio organizzarlo sin dal primo momento, evitando in tal modo l’invasione della Russia? Come dicevamo, in realtà la consultazione era già in programma da un bel po’, ma resa impossibile per gli scontri che nel Dombass si susseguono da anni e anni.

Naturalmente, a vedere queste votazioni come un atto democratico sono soprattutto i putiniani. La stragrande maggioranza dell’occidente continua a pensare che si tratta soltanto di uno stratagemma e non crede nel regolare svolgimento della consultazione. Insomma, la puzza di brogli elettorali sicuramente non manca, così come la paura che questo referendum ucraino possa essere soltanto l’ennesimo tassello che porterà a una guerra ancora più estesa.