Il 12 gennaio è stata presentata una nuova proposta al Consiglio Regionale della Campania. Stiamo parlando di un reddito di cittadinanza regionale, ossia un assegno per combattere l’emergenza povertà in zone specifiche del territorio italiano attraverso la supervisione stessa della Regione. Si tratta di una proposta di legge già depositata lo scorso dicembre per l’istituzione di una ‘Misura Integrativa Regionale di sostegno al Reddito e politiche per l’Inclusione Sociale Attiva’ (Mir). Vediamo di cosa si tratta.

Combattere l’emergenza povertà

Con l’abolizione del reddito di cittadinanza, sostituito da nuove formule studiate dal Governo al fine di favorire nuovamente l’ingresso nel mondo del lavoro, molti italiani si sono trovati improvvisamente senza quel piccolo ma necessario sostegno di cui avevano bisogno per tirare avanti più o meno dignitosamente.

Sono diversi i bonus cancellati nel 2024 dal Governo Meloni, ma indubbiamente l’eliminazione del RdC è senza dubbio quello che ha scatenato le maggior polemiche, soprattutto al Sud, e in special modo in Campania. Ed è infatti proprio dalla Campania che parte questa nuova proposta atta a rendere concreta la proposta di legge già presentata lo scorso dicembre alla Camera. A tal proposito, la consigliera Maria Muscarà del gruppo Misto ha voluto ricordare quelli che sono stati i vari disordini provocati dalle proteste dei Movimenti cittadini e campani verso il Mir.

Tra queste spiccava la petizione popolare per ristabilire il reddito di cittadinanza. Tale petizione era stata presentata a luglio al Presidente del Consiglio regionale e aveva raccolto migliaia di firme. Insomma, è evidente che se la situazione non verrà ancora risolta, tantissime famiglie si ritroveranno in condizioni di estrema difficoltà. La discussione sta entrando ufficialmente nel vivo, anche perché appare evidente secondo alcuni partecipanti che la possibilità di introdurre un nuovo reddito di cittadinanza, che in questo caso riguarderebbe un reddito regionale, c’è eccome.

Non un problema di soldi, quindi, ma probabilmente una presa di posizione ideologica che rischia di creare una bomba sociale.

Reddito di cittadinanza regionale, la soluzione c’è

Che la Campania sia la regione maggiormente in difficoltà dopo la cancellazione del reddito di cittadinanza, è orma cosa nota da tempo. Il Consiglio regionale si trova quindi a discutere ora di un problema che non può più attendere, e che anzi è stato già ampiamente posticipato. Alla conferenza stampa, oltre a una delegazione di ex percettori del RdC, erano presenti componenti associative, sindacali e politiche del Comitato di scopo (Cobas, Laboratorio Sud, Rifondazione Comunista, Pci). Rosario Marra del Comitato di scopo ha provato a fare il punto della situazione e tirare le somme per proporre una nuova soluzione al problema:

“A novembre 2023, dai dati INPS, emerge – rispetto al mese precedente alla sospensione del reddito di cittadinanza avvenuta da luglio in poi – un’esclusione di oltre quarantaquattromila nuclei familiari campani che a livello di beneficiari coinvolti corrispondono a circa 75 mila persone che non hanno più ricevuto il reddito”.

I numeri parlano chiaro, si tratta di una popolazione particolarmente ampia, e il rischio come dicevamo di una bomba sociale è estremamente alto. Per questo motivo, continua Marra, il Consiglio Regionale sta “cercando tutte le convergenze possibili anche perché, dai dati del bilancio di previsione 2024-26, i soldi ci sono ed è soprattutto un problema di volontà politica”. Un reddito di cittadinanza regionale è possibile eccome, quindi, e ne è riprova anche la proposta già concretizzata in Puglia dove è stato inserito il reddito di dignità. I cittadini campani quindi potrebbero a breve ricevere un provvedimento assistenziale simile. Si spera.

I punti chiave…

  • dopo il reddito di cittadinanza, si profila un assegno regionale per gli ex-percettori;
  • in Puglia sono già partite le domande per il reddito di dignità, anche i campani chiedono lo stesso;
  • secondo i portabandiera di tale proposta i soldi ci sono, ma manca la volontà da parte del Governo.