Il Reddito di Cittadinanza ha subito una forte limitazione da parte del governo, che ha accorciato le mensilità e rivisto alcuni aspetti. Inoltre, dal 2024, la misura scomparirà del tutto per lasciare spazio all’Assegno di Inclusione. La nuova misura riservata ai non occupabili che hanno in famiglia un minore o un aziano o un disabile. La Regione Campania, una delle zone in cui il Reddito di Cittadinanza è più sfruttato, ha così pensato a un nuovo contributo economico per le famiglie povere.

È stata presentata una petizione popolare regionale al presidente del consiglio regionale della Campania, per istituire una Misura Integrativa Regionale (Mir). Questa è pensata come una forma di sostegno al reddito e di salario sociale, che fa parte della campagna nazionale “Ci vuole un reddito”.

Che cosa è la Misura Integrativa Regionale (Mir) chiesta in Campania

La Campania, come dimostrano i dati, è una delle regioni italiane in cui ci sono più percettori di reddito di cittadinanza. Con la revisione dello stesso e l’arrivo delle nuove misure dal 2024, molte famiglie non avranno più accesso agli aiuti a causa dei requisiti più stringenti. Per questo si è pensato a una misura per aiutare le famiglie più povere. Anche considerando l’inflazione e i rincari, che nell’ultimo anno hanno messo in difficoltà molte famiglie.
Il carovita ha spazzato via il potere di acquisto dei nuclei familiari campani e tutto ciò, abbinato alle restrizioni applicate al Rdc e le nuove misure previste dal prossimo anno, che risultano ancora più restrittive, ha creato una vera e propria emergenza sociale. Quindi tutto ciò ha portato a chiedere l’istituzione di una Misura Integrativa Regionale (Mir), come sostegno al reddito.

Le condizioni economiche della Campania hanno determinato la richiesta da parte di una buona fetta di residenti, si parla dell’11,15% (626.914 beneficiari) del reddito di cittadinanza. Non molto tempo fa, inoltre, la regione ha messo a punto degli interventi a favore di fasce sociali.

Quielle che non avevano più l’accesso a forme di sostegno o ammortizzatori. Provvedimenti che fanno parte del Piano per la lotta alle Povertà 2021-23 e nel Piano Sociale 2022-2024.
In sostanza, con la richiesta della integrativa regionale (M.I.R.) , si chiede dal 1 ottobre 2023, di eliminare le conseguenze sociali. Quelle che hanno portato alla restrizione dei requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanza. Ma anche di quantificare la platea degli attuali percettori di reddito a cui corrispondere la M.I.R entro la data del 15 settembre.

Reddito di cittadinanza, i napoletani continueranno a percepirlo ma sarà regionale

Inoltre, si chiede anche di creare la M.I.R potenziando l’integrazione tra il Piano Regionale per la lotta alla povertà 2021-23 e l’attuale Piano sociale regionale. Ma anche ampliare i partner coi Comuni per ideare servizi di pubblica utilità in cui immettere le persone escluse dal reddito di cittadinanza.
Ricordiamo, che fino alla fine di dicembre i percettori del reddito lo percepiranno. Già alcune famiglie, invece, non prenderanno più il sostegno da luglio o agosto, in quanto le mensilità sono state accorciate a sette mesi. Da gennaio, poi, arriveranno il nuovo Assegno di inclusione e lo Strumento di attivazione, l’altra misura pensata per le persone tra i 18 e i 59 anni che possono lavorare ma che si trovano in una condizione di povertà. La prima, invece, sarà riservata ai non occupabili che all’interno del nucleo hanno un minore, disabile o over 60 e che si trovano lo stesso in condizioni di povertà.