E’ uno dei temi più discussi in assoluto ma continua a far discutere anche se è a un passo dalla fine. Il reddito di cittadinanza volge al termine. In quest’ultima settimana di aprile le famiglie con figli minorenni a carico hanno ricevuto o riceveranno l’ennesima rata, insieme all’integrazione dell’assegno unico. Dal 1° maggio, invece, entrerà in vigore il Decreto lavoro e con lui la riforma del Rdc. I requisiti verranno rivisti, così come gli importi. Di conseguenza, buona parte degli attuali beneficiari del reddito non sono ancora sicuri di poter accedere alle nuove misure volute dal governo per contrastare la povertà.

Ciò che è certo, è che quella di aprile sarà una delle ultime ricariche per molti beneficiari del reddito. Reddito di cittadinanza che dal 1° gennaio 2024 sarà definitivamente cancellato.

Reddito di cittadinanza: pagamento della rata di aprile

La fine del ponte del 25 aprile è coincisa con l’inizio delle procedure all’interno degli uffici dell’Inps per completare il pagamento della rata del reddito di cittadinanza di questo mese entro il weekend. Nel caso fili tutto liscio, giovedì 27 aprile (oggi) Poste italiane formalizzerà l’accredito della rata. Sempre tra oggi e domani, venerdì 28 aprile, è attesa inoltre l’integrazione dell’assegno unico, destinata alle famiglie con figli a carico.

Cosa succede dal 1° maggio in poi?

Facciamo prima un passo indietro. L’ultima legge di Bilancio, la prima del governo Meloni, ha stabilito che il reddito di cittadinanza possa essere percepito fino a un massimo di 7 mesi. L’unica eccezione riguarda i nuclei familiari con ultrasessantenni o disabili oppure figli minori. Di conseguenza, le persone che lo hanno percepito fin da gennaio, non lo riceveranno più dal mese di agosto in avanti. Al suo posto ci sarà la Pal (Prestazione di accompagnamento al lavoro), misura di cui beneficeranno gli ex percettori del reddito di cittadinanza che hanno firmato il patto per il lavoro con il centro per l’impiego.

Dal 2024 entreranno in vigore due nuove misure: la Garanzia per l’attivazione lavorativa e la Garanzia per l’inclusione. La prima si rivolge ai soli occupabili che in precedenza hanno sottoscritto il patto di attivazione digitale. La durata è di 12 mesi al massimo (senza possibilità di rinnovo), con un importo compreso tra i 350 e 525 euro. La Garanzia per l’inclusione avrà al centro invece le famiglie non interessate dalla stretta sul reddito nel 2023. La misura è simile all’attuale reddito di cittadinanza, anche se presenta dei requisiti economici più severi da rispettare. Ora bisognerà vedere cosa deciderà di fare il governo.