Il reddito di cittadinanza nel 2023 subirà dei cambiamenti mentre nel 2024 sarà abolito per lasciar posto a nuove misure di sostegno che però ancora non sono state ufficializzate dal nuovo governo Meloni. In ogni caso, quel che si sa, è che le casse dello Stato, con l’abrogazione del reddito, guadagneranno circa 700 milioni di euro l’anno. Tali entrate potranno quindi essere usate per interventi di solidarietà.

Dopo la decisione presa dal Governo c’è chi dorme notti insonni per la preoccupazione, come la signora Mariacristina di Casoria (Napoli) che ha inviato una lettera a Fanpage sfogandosi.

La donna di età superiore ai 50 anni ha chiarito subito di non voler essere apostrofata come “fannullona”.

Ha spiegato di essere diplomata e di non essere mai riuscita a trovare un impiego pagato bene, se non dei lavori di pulizia pagati però malissimo. La signora ha spiegato inoltre di non potersi spostare perché non si può permettere la macchina e perché i mezzi pubblici dove abita lei non ci sono. Inoltre i pochi disponibili sono inaffidabili.

Ha raccontato che prima i genitori le davano una mano ma poi la madre è morta. È dovuta quindi restare a casa senza poter lavorare perché il padre di 95 anni era affatto da demenza senile. In seguito è morto anche lui e, se la casa non fosse stata di proprietà, si sarebbe trovata in mezzo alla strada.

Grazie al reddito di cittadinanza di 500 euro, ha spiegato, è riuscita a mangiare e pagare qualche bolletta. Anche i bonus luce e gas l’hanno aiutata. Ora che toglieranno il reddito di cittadinanza si chiede che fine farà anche perché ha un’età di 53 anni e per le aziende non è occupabile.

Il Governo ha detto chiaramente che ci saranno delle misure di sostegno alla povertà ma ancora non si sa quali saranno. La speranza di tutte le persone che vivono come Mariacristina è che ci si sbrighi a fare chiarezza.

La stretta 

Durerà solo 7 mesi il reddito di cittadinanza nel 2023 mentre nel 2024 sarà abolito. Coloro che hanno tra i 18 e i 65 anni e ne beneficiano, se non esonerati, per non perderlo saranno vincolati a un periodo di formazione obbligatorio di almeno 6 mesi.

Inoltre chi percepisce il reddito e ha un’età compresa tra i 18 e i 29 anni e non ha adempiuto all’obbligo di istruzione, potrà fruire del contributo solo mediante frequentazione di percorsi di istruzione funzionali all’adempimento dell’obbligo.

In più è previsto che chi fruisce del Reddito di Cittadinanza potrà essere impiegato nei Progetti utili alla collettività che si chiamano Puc e sono organizzati dai comuni. La novità del 2023, poi, è che se si rifiuta la prima offerta di lavoro utile, allora si perde la prestazione.

Cosa cambia per l’affitto

L’altra grande novità per i precettori del reddito di cittadinanza è che nel 2023 cambia il metodo di erogazione del canone per l’affitto. Il contributo non sarà erogato al beneficiario bensì al locatore per una cifra massima di 3360 euro l’anno (vale a dire 280 euro al mese).

Questa modifica, comunica l’Esecutivo, è nata per limitare l’utilizzo scorretto del contributo. Dalle prime indicazioni, sembrerebbe che il percettore del Reddito di Cittadinanza dovrà comunicare all’Inps i dati del locatore. I dettagli precisi, comunque, verranno resi noti mediante un apposito decreto del Ministero del Lavoro che dovrà essere emanato nei prossimi due mesi.

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