Un nuovo caso di cronaca scuote la politica e mette benzina sul fuoco. Ancora una volta nell’occhio del ciclone c’è il reddito di cittadinanza, questo sostegno economico che tante notti insonni ha regalato al Governo Meloni. Benché i motivi dello scetticismo della premier siano altri, in questo modo non si fa altro che dare ragione a lei e le offre una motivazione in più per eliminarlo.

Truffa a Viterbo

La Meloni ha fatto di tutto per rimuovere questo importante sostegno per le famiglie più bisognose che non hanno un lavoro.

I motivi del suo scetticismo sono dovuti al fatto che si tratta di un sostegno che rischia di paralizzare i processi produttivi del nostro paese, poiché con il reddito di cittadinanza molti cittadini sono poco motivati ad accettare una nuova occupazione. Il discorso però è decisamente più complesso, in quanto bisognerebbe capire quali sono questi lavori che i nostri connazionali rifiutano preferendo il RDC. C’è infatti da considerare che spesso le offerte che vengono proposte hanno un salario molto basso, quindi risulta essere naturale a quel punto optare per il sostegno.

Il caso accorso a Viterbo però esula da tale dibattito. Secondo le indagini all’interno dello stesso nucleo familiare erano in quattro a percepire il reddito di cittadinanza, arrivando quindi a ricevere diverse migliaia di euro al mese. Come se non bastasse, alcuni dei componenti lavoravano anche in nero e uno di loro aveva diversi precedenti per truffa. Ma a quanto pare quella del viterbese è una questione che accomuna anche altre famiglie, visto che in un anno di indagini i finanzieri del posto hanno scoperto ben 165 precettori che non avevano diritto al sussidio, per un ammontare totale di 1 milione e 200 mila euro.

Una truffa gigantesca

Falso e truffa i reati contestati ai 165 indagati. Questi ultimi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria di Viterbo e Civitavecchia e segnalati all’I.

N.P.S, e ora dovranno restituire le somme ricevute illecitamente. Ma come hanno fatto queste persone ad usufruire del reddito di cittadinanza se non ne avevano diritto? La truffa comprendeva false dichiarazioni di redditi e patrimoni, oltre che false attestazioni relative alla residenza sul territorio italiano. Insomma, una truffa bene oliata ai danni dello stato. L’attività investigativa è stata condotta anche incrociando le banche dati a disposizione della Guardia di Finanza e gli elementi in possesso dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Le indagini sono ancora in corso e si stanno concentrando ora su altre decine di soggetti, i quali potrebbero rientrare nella medesima truffa. La situazione di Viterbo però non deve essere un caso isolato, in quanto già in passato si sono scoperti illeciti in merito al RDC. Con diversi precettori che si vedevano erogati il sussidio sul proprio conto pur non avendone diritto. Per ricevere il reddito di cittadinanza è infatti necessario rispondere a diversi requisiti. Ma a quanto pare molti nostri connazionali avevano trovato il modo di aggirare tali paletti dichiarando il falso e presentando documenti non veritieri. Oltre al fatto di omettere eventuali e ulteriori introiti lavorativi.

Reddito di cittadinanza, truffa da 1 milione e 200 mila euro

Insomma, la truffa di Viterbo probabilmente rappresenta soltanto la punta dell’iceberg. In un paese che sta facendo sempre più fatica a risolvere le sue problematiche relative al mondo del lavoro e dei sussidi ai più bisognosi. La truffa da oltre un milione di euro non fa che complicare ulteriormente le cose, visto che tale somma inevitabilmente finisce per essere sottratta dalle tasche di chi realmente ne aveva bisogno. Intanto il lavoro del Governo sui nuovi sussidi continua e già da tempo si conoscono quelle che saranno le nuove formule adottate dalla Meloni per aiutare le fasce più deboli.