Sembra sempre più probabile la proroga di Quota 103 per un altro anno. Anche perché, a causa delle scarse disponibilità economiche a bilancio, non si sa dove andare a reperire ulteriori risorse per riformare il sistema pensionistico. La strada più semplice sarà quindi questa, in attesa di tempi migliori. Inflazione permettendo.

Come ha detto recentemente il ministro dell’Economia Gianfranco Giorgetti, inoltre, “la manovra è complicata e non possiamoa rrivare dappertutto”.  Non è una novità, ma il governo ha sgombrato il campo sul fatto che in tema di pensioni non saranno messi sul piatto della bilancia della legge finanziaria altri soldi ricorrendo all’indebitamento.

Quota 103 anche nel 2024 resta quindi probabile.

Verso la proroga di Quota 103

Sicchè, pare che l’esecutivo abbia le armi spuntate a questo giro e la legge di bilancio rischia di non includere interventi rigorosi per le pensioni. In altre parole tutto potrebbe rimanere così com’è, salvo qualche ritocco, compresa la proroga di Quota 103 che non peserà particolarmente sulle casse dell’Inps.

Del resto, le uscite anticipate a 62 anni con 41 di contributi finora sono state meno del previsto. Dei potenziali beneficiari (circa 44 mila lavoratori) forse solo la metà coglierà la palla al balzo per una spesa previdenziale che non dovrebbe incidere particolarmente sul bilancio statale. Anche se il trend dei pensionamenti, come ci raccontano gli esperti, è in tendenziale aumento.

Quota 103, inoltre, presenta dei vantaggi per lo Stato. Grazie all’incentivo economico (ex bonus Maroni), chi matura il diritto alla pensione a 62 anni con 41 di contributi ottiene anche la possibilità di rimanere al lavoro con più soldi in busta paga. Rinunciando alla rendita il lavoratore dipendente si ritroverà la quota contributi a carico dell’azienda in busta paga. Allo stesso tempo l’Inps differisce il pagamento della pensione fino a 5 anni.

Ritocchi possibili alle pensioni per donne e gravosi

Altra possibilità che il governo sta valutando, oltre alla proroga di Quota 103, è l’ampliamento della flessibilità in uscita per donne e lavoratori gravosi.

Riguardo alle prime, come ha sempre detto il ministro del Lavoro Elvira Calderone, si sta studiando una soluzione che non penalizzi eccessivamente le lavoratrici dopo l’introduzione delle restrizioni di Opzione Donna.

Per i gravosi, invece, si tratterebbe in sostanza di estendere il beneficio dell’uscita anticipata prevista da Ape Sociale a più categorie di lavoratori. A tal fine, ricordiamo che esiste già un elenco (lista Damiano) di mestieri gravosi che non è mai stato sfruttato fino in fondo e pertanto risultano ancora escluse molte categorie di lavoratori che svolgono mestieri faticosi dai benefici previsti dalla normativa.

In questo senso, basterebbe riprendere in mano questa lista allargando le opportunità di andare in pensione anticipata a 63 anni anche a coloro che pur svolgendo lavori pesanti non possono accedervi. L’ultima volta che un intervento in tal senso è stato fatto correva l’anno 2021 e al governo c’era Mario Draghi.

I freni alla riforma e Quota 103 anche nel 2024

Queste al momento sembrano agli occhi degli esperti le uniche possibilità di modifica del sistema pensionistico italiano per il 2024. Come detto, mancano i soldi per andare oltre e all’orizzonte si prospetta un ulteriore impegno finanziario dello Stato per rivalutare le pensioni in pagamento l’anno prossimo. Si parla di un’altra decina di miliardi da stanziare con la legge di bilancio per contenere gli effetti dell’inflazione.

Pertanto, la proroga di Quota 103, unita a maggiore flessibilità in uscita, costerebbe non più di un paio di miliardi. Soldi che si potranno stanziare senza ricorrere a ulteriore deficit per il quale la Ue ha già chiesto all’Italia di non farvi ricorso.

Riassumendo…

  • Per la prossima riforma pensioni, possibile proroga di Quota 103 di 12 mesi.
  • Allo studio anche maggiore flessibilità in uscita per lavori gravosi e donne.
  • Il nodo della rivalutazione delle pensioni 2024 pesa sulle riforme.