Le pensioni dei quarantenni saranno basse, spesso e volentieri insufficienti. È il quadro desolante che emerge da uno studio preventivo compiuto di recente. A salvarsi saranno pochi, pochissimi. Le stime parlando di due categorie di lavoratori su undici. O per meglio dire, due lavoratori su undici. Non esattamente quello che ci si attende dal futuro, insomma.

Un tema, quello delle pensioni dei quarantenni, tornato alla ribalta negli ultimi giorni dopo l’incontro tra le parti sociali e l’osservatorio della spesa previdenziale, organico istituto la scorsa primavera dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e di cui vi abbiamo reso conto in un nostro precedente contributo.

Pensioni dei quarantenni: le previsioni non sono ottimistiche, anzi

Alla fine del mese di maggio di quest’anno, la Corte dei Conti ha effettuato una proiezione sulle posizioni previdenziali dei lavoratori quarantenni alla fine del 2020, primo anno della pandemia di Covid-19. Per la sua ricerca, la Corte dei Conti ha preso in esame i dati dell’INPS. Ebbene, il quadro che ne è emerso non è dei più rassicuranti, anzi.

Solo due categorie di lavoratori su undici riceveranno un trattamento pensionistico adeguato: da un lato i lavoratori delle forze armate, dall’altro quelli del settore sanitario. Al contrario, ad essere in maggiore sofferenza sono le pensioni dei lavoratori autonomi.

Meno del 41% vede una retribuzione lorda annua inferiore ai 20.000 euro

Scendendo ancora più nel dettaglio, l’indagine della Corte dei Conti si è soffermata su un campione Inps con circa 1.700 posizioni assicurative. Da qui si è effettuata una nuova scrematura, per un totale di 575 posizioni assicurative prese in esame. Ebbene, poco meno del 41% di esse vedono una retribuzione lorda annua inferiore ai 20.000 euro.

Una situazione profondamente diversa dai cosiddetti zaini previdenziali di chi lavora nelle forze armate o nella sanità, rispettivamente pari a 235 mila euro e 178 mila euro. Per le altre categorie invece, l’importo è inferiore ai 100 mila euro.

Quarantenni, solo due lavoratori su undici avranno una pensione dignitosa

Gli zaini previdenziali più esigui sono quelli dei lavoratori autonomi, partendo dai coltivatori diretti e dai parasubordinati. Sotto quota 100 mila euro finiscono anche i lavoratori in mobilità o disoccupazione, i commercianti, i lavoratori del comparto scuola e gli artigiani.

Va un po’ meglio invece ai lavoratori statali e alle lavoratrici del privato, dato che i loro montanti contributivi medi superano di poco quota 100 mila euro. Ancora migliore infine la situazione per i dipendenti privati, che possono contare su zaino previdenziale superiore ai 137 mila euro.

Riassumendo

– Le pensioni dei quarantenni diventano un problema. Se politico o no, è ancora presto per dirlo.
– Lo scorso 11 luglio, intanto, l’osservatorio sulla spesa previdenziale ha incontrato le parti sociali proprio per affrontare questo tema.
– I numeri al riguardo sono impietosi: secondo una recente indagine della Corte dei Conti, soltanto due categorie di lavoratori su undici prenderanno una pensione dignitosa.
– I più fortunati, tra virgolette, sono i lavoratori delle forze armate e chi lavora nel settore sanitario. Per quasi tutte le altre categorie non rimangono che le briciole.
– La categoria più svantaggiata ha per oggetto i lavoratori autonomi, a partire dai parasubordinati e coltivatori diretti. Per questi il montante contributivo medio è inferiore ai 20.000 euro, ben lontano rispetto agli oltre 200.000 euro dei lavoratori delle forze armate.