Quanto guadagnano gli italiani? In questo periodo di crisi e con i prezzi dei prodotti sempre più cari, in molti dicono che lo stipendio se ne va per pagare spesa, bollette, carburante e mutui o affitti. Niente di più vero in alcuni casi. Si arriva a fine mese e spesso il conto è vicino allo 0. Per altri, invece, diventa molto più difficile risparmiare qualcosa. A questo punto viene da chiedersi a quanto ammonta lo stipendio degli italiani.

Secondo gli ultimi dati Inps, che ha diffuso le tabelle dell’osservatorio sui lavoratori dipendenti, il reddito medio di quelli pubblici è di 33.598 euro, quello dei dipendenti privati è stato di 22.852 nel 2021.

Per i commercianti si parla di 20.382 e per gli artigiani di 20.311 euro. In tutto sono stati presi in considerazione 25 milioni e 774 mila lavoratori. Da qui sono esclusi i professionisti iscritti alle Casse previdenziali degli ordini professionali.

Quanto guadagnano gli italiani? Il reddito medio dei dipendenti pubblici e privati e chi guadagna di più

I dati sono molto interessanti perché svelano non solo quanto guadagnano gli italiani ma anche le categorie che guadagnano di più. Ad esempio, gli Amministratori nella gestione separata sono quelli con il reddito più alto, 50.478 euro contro i domestici, che invece sono quelli con il reddito più basso, 7.424 euro, escludendo i lavoratori occasionali o con voucher, 1028 euro. Evidenti anche alcuni cambiamenti, come il fatto che nel giro di un anno il reddito medio dei dipendenti pubblici è diminuito di mille euro, prima era 34.801 euro. Invece, il reddito dei privati è aumentato di circa 1500 euro, visto che prima ammontava a 21.380 euro. Riduzione di 700 euro per i commercianti, mentre per i domestici è cresciuto di 400 euro.

Secondo il report, inoltre, è emerso che i lavoratori autonomi agricoli hanno un reddito di 12.764 euro, per gli operai agricoli si parla di 8.747 euro, con un aumento di 700 euro.

Ore lavorate e distribuzione territoriale

Anche le ore lavorate sono aumentate rispetto al 2020, quanto queste ammontano a 40,3, mentre nel 2021 sono state 42,1 settimane.

Per quanto riguarda il numero di lavoratori persi, tra il 2019 e il 2021 risultano persi 35mila artigiani e 60mila commercianti, contro 7mila agricoli autonomi. Una crescita si è notata per i lavoratori privati, che sono oltre 140mila in più rispetto al 2019, ma anche quelli pubblici e i domestici. Questi ultimi, ad esempio, sono aumentati di 86mila unità.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, nel 2021 il 29,2% lavora nel Nord ovest, il 22,7% nel Nord Est, il 21,1% al Centro, il 18,5% al Sud e l’8,4% nelle Isole.

Gli uomini raffigurano il 56,4% dei lavoratori. Aumentano anche le classi di età, con un rafforzamento della forza lavoro di giovani sotto i 35 anni, e quelli con più di 55 anni. Insomma, passa il tempo e alcuni dati sembrano seguire le ultime evoluzioni, per altri, invece, non si è notato un vero e proprio cambiamento.