Il sostegno economico chiamato reddito di cittadinanza ha i giorni contati e c’è chi ancora sta facendo i salti mortali per riceverlo. Nel bel paese però c’è anche il paradosso di chi lo ha rifiutato, ma invece continua a riceverlo. È il caso di un 42enne che ha fatto domanda di rinuncia, ma l’Inps continua ad erogarglielo.

L’Italia, tra burocrazia e paradossi

Il nostro è il paese delle contraddizioni e spesso alcuni paradossi si verificano a causa di una burocrazia estremamente complessa e dalla quale non riusciamo a liberarci.

Anche stavolta la grande macchina burocratica dell’Italia ha messo in moto avvenimenti kafkiani, ma tutto sommato dall’esito positivo, anche se pur sempre problematici. Il caso del 42enne di Sinnai, in Sardegna, fa discutere e sta diventando virale sul web. Giovanni Salis ha vissuto a Bologna per motivi di studio in un monolocale e ha percepito il reddito di cittadinanza dal valore di 780 euro al mese. Ora che è tornato a Sinnai, a casa dei suoi, ha pensato bene di fare domanda di rinuncia, in quanto credeva di non averne più diritto.

Il colpo di scena, però, è che l’Inps continua a versargli l’accredito di 780 euro al mese. L’uomo ha più volte compilato i moduli per comunicare la sua nuova posizione economica e rinunciare quindi al sussidio, ma i soldi continuano ad arrivare. Ecco cosa dice a tal proposito Salis:

“Il 28 di maggio, ricontrollando la carta mi sono reso conto che invece di togliermi il credito del mese precedente, mi avevano accreditato anche la mensilità di maggio e di giugno. Totale 2.188,79 euro. Io ho ritenuto giusto comunicare quanto sta accadendo. Nel frattempo non ho utilizzato nemmeno uno di questi euro nella carta. Chiedo all’Inps che finalmente intervenga per fare ciò che ritengo giusto”.

Reddito di cittadinanza, l’Italia lo dà a chi non lo vuole

È proprio così, c’è chi sta facendo i salti mortali per ottenere il sussidio, e invece l’Inps sta dando il reddito di cittadinanza a chi non dovrebbe riceverlo, addirittura a chi ha fatto domanda di rinuncia.

Ciò però getta un’altra ombra sul noto sussidio. Ed è lo stesso Salis a metterci la pulce nell’orecchio:

“Mi viene da pensare che se diverse persone facessero carte false, l’Inps erogherebbe il reddito di cittadinanza fino a quando non venissero scoperte. Per questo, molti sono contrari a questo sussidio. Io no perché sappiamo bene che ci sono tante famiglie con genitori disoccupati, specialmente dal periodo pre e post Covid, che ne hanno realmente bisogno”.

La stessa famiglia, nella figura del padre, si dice preoccupata per il caso. Il 42enne, infatti, tornado a vivere coi suoi, rientra ora nel nucleo familiare, quindi con una situazione fiscale completamente diversa. Ne consegue che non ha più diritto al reddito di cittadinanza, ma come spiegarlo all’Inps? Nonostante i tanti moduli compilati, riaccredito sula carta disposta per il sussidio continua ad arrivare, lasciando quindi i diretti interessati particolarmente interdetti. Così come il padre di Giovanni, anche noi pensiamo che questo equivoci sia generato dalla lentezza della nostra burocrazia. Insomma, l’unica spiegazione è che, nonostante i vari solleciti, l’Inps non abbia ancora visionato i moduli inviati da Giovanni, quindi non è ancora al corrente della sua attuale posizione fiscale.

In sintesi…

  • 42enne fa rinuncia del reddito di cittadinanza, ma l’Inps continua a inviargli 780 euro al mese;
  • un paradosso che non può lasciare indifferenti coloro che invece non sono riusciti ad ottenere il sussidio;
  • la possibile spiegazione dell’equivoco è che l’Inps non abbia ancora visionato i tanti moduli di rifiuto che gli sono stati inviati.