Ci sono davvero tante menzogne e verità in merito alla cancellazione del reddito di cittadinanza. Infoaut.org ha pubblicato un interessante approfondimento in merito. Nel suo intervento, ha evidenziato come il dibattito venga alimentato da “proclami ideologici e fake news funzionali” per presentare l’abolizione del RdC come una “decisione di giustizia sociale”. Sono inoltre state evidenziate quelle che si possono definire come le “proposte indecenti nel post reddito di cittadinanza”, che andremo a spiegare di seguito.

Post reddito di cittadinanza: arrivano le proposte indecenti

Come noto, il dal 2024 il reddito di cittadinanza sarà superato dall’Assegno di Inclusione, noto anche con la sigla AdI: l’importo corrisponderà a 450 euro e verrà destinato esclusivamente alle famiglie con almeno una persona minore, disabile o over 60, con un limite Isee fissato a 9.360 euro l’anno.

Se da un lato l’importo erogato è inferiore rispetto al RdC, dall’altro gli obblighi di lavoro sono più gravosi. Anzitutto, con AdI è obbligatorio accettare la prima offerta, qualsiasi sia il comune da dove proviene, ad eccezione dei lavori a tempo determinato (quest’ultimi devono essere situati a 80 km dalla residenza).

Una delle prime conseguenze dell’Assegno di Inclusione sarà la possibilità di abbassare ulteriormente il costo del lavoro dei settori dove sono presenti contratti sottopagati o precari, gestiti spesso e volentieri da cooperative in appalto e subappalo di imprese più importanti e micro-aziende.

Proposte indecenti nel post reddito di cittadinanza: come cambiano le condizioni delle offerte di lavoro

Da segnalare inoltre altri due aspetti della cancellazione reddito di cittadinanza, la schedatura e la coercizione dei lavoratori beneficiari dell’AdI. Come se non bastasse, la legge rende tutte le tipologie di lavoro stagionali e a intermittenza, nulle ai fini dell’Isee se l’importo è inferiore ai 3.000 euro di guadagni. Questo fa sì che gli imprenditori continuino a mantere bassi i salari e i lavoratori accettino invece un lavoro sottopagato e saltuario per integrare l’importo inferiore ai 500 euro al mese dell’AdI.

Tutte le menzogne sul reddito di cittadinanza

Una delle menzogne più comuni è che il reddito di cittadinanza è stato un fallimento. In realtà, il provvedimento ha avuto un impatto positivo sull’occupazione e sulla povertà. Secondo l’ISTAT, infatti, il numero di occupati è aumentato del 2,1% tra il 2019 e il 2022, mentre il tasso di povertà è diminuito del 2,5%.

Un’altra menzogna è che il reddito di cittadinanza abbia rappresentato un costo eccessivo per lo Stato. In realtà, il costo del RdC è stato di circa 10 miliardi di euro all’anno. Una cifra inferiore a quella spesa per altri sussidi, come ad esempio la pensione di invalidità e l’assegno sociale.

Tra le altre menzogne sul reddito di cittadinanza si segnalano:

– Sarebbe stato utilizzato per acquistare beni di lusso, tra cui Smart TV e telefoni di ultima generazione. In realtà, secondo un’indagine dell’INPS, il 75% dei beneficiari lo ha utilizzato per le spese primarie come spesa alimentare, bolletta della luce e affitto.
– Avrebbe avuto un incentivo all’immigrazione. Falso, l’impatto del RdC sull’immigrazione è stato marginale, come conferma un’indagine dell’istituto Toniolo.
– Avrebbe spinto le persone a non cercare più lavoro. Falso anche questo. Come emerso da un’indagine dell’ISTAT, il 60% dei beneficiari del reddito di cittadinanza ha dichiarato di essere disponibile a lavorare.

Riassumendo

Infoaut.org ha pubblicato un interessante approfondimento sull’abolizione del reddito di cittadinanza.
– Nell’articolo vengono descritte le cosiddette proposte indecenti del post reddito di cittadinanza.
– Inoltre sono riportate le menzogne pronunciate sul provvedimento prima e dopo la sua abolizione.