L’intero settore è sotto la lente d’ingrandimento dell’antitrust, ma gli occhi sono puntati soprattutto sui prezzi degli pneumatici di Pirelli. Si parla di pratiche commerciali che impedirebbero il corretto lavoro della concorrenza e che quindi mirano a creare un vero e proprio monopolio nell’industria del settore.

Concorrenza sleale

Non è la prima volta e non sarà certamente l’ultima. Il problema della concorrenza sleale è vecchio quanto il mondo del lavoro stesso. Di recente anche Google e Apple sono state bacchettate e si indaga su potenziali accordi illeciti tra loro proprio al fine di sfavorire la concorrenza.

A quanto pare Pirelli si sta macchiando dello stesso illecito, ma nel settore degli pneumatici. C’è chi parla di vero e proprio cartello, ossia un’organizzazione atta a sfavorire la concorrenza per uscirne come unico leader predominante. Ma c’è dell’altro, ossia un qualcosa che poi va a netto discapito dei consumatori. Secondo le accuse infatti tale “cartello” sarebbe responsabile di un valore artificiale dei prezzi degli pneumatici. In sintesi, l’illecito avrebbe l’obiettivo di tenere i prezzi sopra un certo standard.

Lo scopo dell’antitrust è quindi proprio quello di indagare al fine di scoprire se effettivamente ci sono i presupposti per un’accusa del genere. Già avviate una serie di ispezioni a sorpresa presso le principali sedi di diverse aziende presenti in Europa. L’UE ha rilasciato anche una nota nella quale si fanno i nomi delle aziende coinvolte e, benché si tratta di una semplice prassi che non significa condanna ufficiale, le ripercussioni si sono fatte subito sentire in borsa. Nella nota si legge: “La Commissione teme che sia stato messo in atto un coordinamento sui prezzi tra le società ispezionate, anche attraverso comunicazioni pubbliche”. Insomma, più che sfavoriti a vicenda, i big del settore si sono messi d’accordo per mettere sul mercato prodotti con prezzi omogenei.

Prezzi pneumatici, i nomi coinvolti

Non manca nessun big nelle indagini dell’Antitrust, dalla già citata Pirelli a Continental, passando per Michelin e Bridgestone, o Goodyear e Nokian. Cosa rischiano in questo caso i big del settore? Secondo gli esperti, una multa sarebbe la soluzione più fattibile in questi casi, e la sanzione potrebbe arrivare a toccare il 10% del fatturato globale dell’azienda. Pirelli ad esempio nel 2022 ha registrato un fatturato di 6,6 miliardi di euro. Ciò significa che verrebbe sanzionata con una multa da 660 milioni di euro. Ciò che però in questo momento maggiormente preoccupa i big del settore sono i crolli registrati in borsa. Senza che sia stata emessa alcuna sentenza, e senza sapere se effettivamente stiamo parlando di illecito oppure no, la borsa ha già registrato il primo scossone. Nokian è quella più colpita, avendo ceduto il 4,4% nell’ultima seduta.

Male anche Continental che ha registrato un -2,1%, stessa percentuale grossomodo anche per Goodyear. Pirelli e Michelin hanno invece ceduto il 4% ma sono riusciti a rimediare nel finale di seduta prendendo rispettivamente solo lo 0,7 e lo 0,8%. Come detto, le aziende si sono espresse a riguardo e Pirelli in buona sostanza riassume il concetto di tutte. Ecco cosa ha dichiarato: “Stiamo garantendo pieno supporto all’Autorità nell’ambito degli accertamenti in corso. Nel confermare la correttezza del proprio operato e d’aver sempre agito nel totale rispetto di tutte le norme e i regolamenti. Il fatto che la Commissione svolga tali controlli non significa che le imprese siano colpevoli di comportamenti anticoncorrenziali, né anticipa il giudizio sull’esito dell’indagine stessa”.

I punti chiave…

  • I big del settore degli pneumatici sotto indagine dell’Antitrust;
  • l’accusa è che ci sia una accordo per mantenere i prezzi sopra un certo livello;
  • Pirelli, Michelin, Continental e altri ancora collaborano con le indagini, ma in borsa si è già sentito lo scossone.