Mentre aumentano i prezzi di benzina e diesel non è ancora chiusa la partita per i benzinai, che la settimana scorsa hanno protestato con uno sciopero di oltre 24 ore dopo la decisione del Governo di attuare un decreto trasparenza per combattere i fenomeni speculativi. Obbligando di fatto i distributori a mettere in bella vista un cartello con i prezzi medi. Facciamo un passo indietro e ricordiamo che, da inizio gennaio, il Governo Meloni ha deciso di eliminare lo sconto taglia accise. Di conseguenza i prezzi del carburante sono aumentati scontentando un pò tutti.

La Guardia di Finanza, nel frattempo, aveva scovato parecchie speculazioni sui prezzi da Nord a Sud da parte dei distributori.

Possibile retromarcia sul cartello col prezzo medio?

Ecco perché il Governo era intervenuto velocemente con un decreto trasparenza che obbliga i benzinai ad esporre un cartello con il prezzo medio accanto a quello da loro praticato. Ciò proprio per evitare le speculazioni. I distributori che non si sarebbero adeguati rischiano multe salate e la sospensione dell’attività. Ciò ha portato, quindi, allo sciopero dei benzinai della settimana scorsa, ma anche ad un nuovo aumento per i prezzi di benzina e diesel, che ora anche al self service si avvicinano alla soglia dei 2 euro al litro.
Mentre al servito ormai non è inusuale vedere prezzi di 2 euro al litro, anche in modalità self service la soglia si sta avvicinando. Questo preoccupa molto perché significa che per fare un pieno di 40 litri servono 70 euro.

Intanto, il governo potrebbe fare marcia indietro sul cartello con il prezzo medio. Ovvero la media aritmetica dei prezzi praticati su base regionale, rilevata dal ministero sulla base delle comunicazioni, che entra in vigore dopo 15 giorni e in caso di violazioni si rischiano sanzioni fino a 6mila euro. Secondo l’Antitrust, i cartelli potrebbero avere un effetto controproducente.

Infatti, i benzinai che applicano i prezzi più bassi potrebbero allinearsi a quello medio e di conseguenza gli automobilisti subirebbero un danno.

Bisogna anche considerare che i distributori in concorrenza sono quelli che si trovano in un raggio di pochi chilometri e giocano ad offrire sconti agli automobilisti. Ecco, perché secondo l’Antitrust l’esposizione del cartello sarebbe poco utile. Entro questa settimana sono previste delle riunioni di maggioranza alla Camera in vista della scadenza degli emendamenti e quindi potrebbero cambiare le cose.
In una nota, invece, Federconsumatori ha dichiarato che c’è la necessità di rivedere il taglio dello sconto taglia accise:

“Sarebbe sbagliato eliminare i nuovi cartelli indicatori dei prezzi e ridurre all’irrilevanza le sanzioni contro chi viola le regole, ma soprattutto chiediamo che, almeno in via transitoria, sia ridotta fortemente l’Iva sui carburanti”

Prezzi benzina e diesel sempre più cari

Intanto, ormai la benzina è arrivata a costare 1,90 euro al litro e il diesel 1,96 in alcune pompe. Anche se la media settimanale parla di 1,88 per la benzina e 1,92 per il diesel. Per quanto riguarda la benzina al self, il prezzo medio comunicato dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico parla di 1,88 euro/litro, con il servito che sale a 2,02 euro/litro il gasolio self service si attesta a 1,92 e servito a 2,06 euro/litro.