“Non se ne può più di questi rincari della benzina.” Non è solo uno sfogo degli automobilisti, costretti a fare il pieno per andare a lavoro, ma anche delle famiglie già affossate dal caro vita. E intanto i prezzi della benzina continuano a salire e quello che è successo in Francia rischia di creare un precedente anche nel nostro paese. Ormai sono giorni che i prezzi del carburante sono in salita e con la fine dello sconto taglia accise di 30,5 centesimi al litro sui prezzi di benzina e gasolio, in scadenza il 31 ottobre, per gli automobilisti il timore di trovarsi davanti a prezzi sopra i 2 euro al litro non è affatto da escludere.

Dunque, tra le misure di urgenza a cui il governo dovrà pensare subito, ci sono quelle legate alla benzina. Magari con una nuova proroga fino a dicembre.

Allarme prezzi benzina, il rischio che potrebbe scarseggiare come in Francia

Il problema, però, è che non si può andare avanti a proroghe all’infinito. Servirebbero misure più definitive per evitare ogni volta lo scontento degli automobilisti. Ormai, la benzina è arrivata a costare 1,7 euro/litro, il gasolio è a 1,89 in self service. Cosa succederà senza una proroga dello sconto? Facile immaginare prezzi oltre i 2 euro al litro, che renderebbe davvero difficile fare un pieno. Le ultime cifre di Staffetta Quotidiana parlano chiaro: la benzina self service è a 1,704 euro/litro, il diesel a 1,885 euro/litro, il Gpl servito a 0,785 euro/litro, metano servito a 2,963 euro/kg, Gnl 2,962 euro/kg.

I rincari dei prezzi della benzina sono dovuti alla scarsità delle risorse e quello che è successo in Francia alcuni giorni fa sembra solo l’anticipo di ciò che potrebbe succedere nel resto d’Europa. I dipendenti di Total Energies ed ExxonMobil hanno scioperato e chiesto un aumento dei salari che tenga conto dell’inflazione, e le stazioni di servizio sono rimaste senza carburante.

Per la Francia, ciò ha significato almeno il 60% del blocco delle risorse con conseguenti disordini e file alle pompe di benzina. Si è parlato di file di 3 ore per fare carburante, disordini e persone che sono arrivate con le taniche per riuscire a portare via più carburante possibile.

Alcuni scenari

In Italia si può scongiurare questo scenario, almeno per adesso. Solo se davvero Putin bloccasse tutte le forniture a seguito delle sanzioni, allora anche da noi potrebbe andare in scena una situazione simile. Con un vero e proprio allarme per i prezzi della benzina, considerando che da Mosca arriva solo il 15% del totale del petrolio. Difficile pensare ad un blocco dei rifornimenti, piuttosto ad un’accelerata dell’inflazione. Con l’aumento dei prezzi in generale, cosa che già sta accadendo, i cittadini si ritroverebbero sempre più infelici del loro stipendio, non più sufficiente per vivere. A quel punto non è possibile escludere manifestazioni o scioperi per chiedere un adeguamento dei salari al caro-vita.