Nel nostro paese sta affiorando un nuovo problema, quello dei prezzi delle auto. Secondo uno studio condotta dagli esperti di Fleet&Mobility, in Italia i costi non scenderanno mai più sotto i 14 mila euro per una nuova vettura. E la brutta notizia si fa ancora più pesante se pensiamo che non ci stiamo riferendo alle macchine elettriche, bensì a quelle tradizionali con motore termico.

L’influsso della politica sui costi elevati

Il mercato del settore non ha avuto la ripresa sperata dopo l’esperienza della pandemia.

Nonostante gli altri settori abbiano mostrato infatti evidenti segni di ripresa post-Covid, per quello delle macchine le cose non stanno andando così. Secondo lo studio condotto da Fleet&Mobility, i prezzi delle auto non potranno scendere sotto i 14 mila euro. Considerando il carovita sempre più alto, con rincari in arrivo un po’ in tutti i settori del nostro vivere quotidiano, la situazione diventa davvero insostenibile. L’analisi offerta dalla piattaforma nasce da una domanda ben precisa che gli esperti hanno offerto a corredo didascalico del loro studio:

“Perché un’industria che per oltre un secolo ha fondato il suo potere sulle fabbriche decide di essere una boutique? Se vendesse tutte le macchine che il mercato chiede ci sarebbe un mix troppo sbilanciato sulle termiche classiche, sforando i limiti imposti dalla politica: troppi gr/km di CO2 e multe salate”.

E qui entra in scena la politica, la quale deve necessariamente tener conto di quelli che sono i diktat dell’Unione Europea. Nello studio si legge che nel 2022 solo 360.000 avevano un prezzo di listino inferiore ai 20.000 euro (circa il 27% del mercato). Nel 2019, prima del Covid erano invece 800 mila, ossia il 42% del mercato. E una buona fetta scendeva addirittura sotto i 14 mila, ovvero il 7% del mercato. Quest’ultima fascia è praticamente scomparsa dallo scorso anno e infatti è impossibile oggi acquistare un’auto che costi meno di 14 mila euro.

Prezzi auto, i costi continuano a salire

Come dicevamo, le grandi aziende stanno ormai facendo i conti con quelle che sono le imposizioni della politica, e di conseguenza sono costrette ad alzare i prezzi per evitare le multe. Ciò si traduce naturalmente anche in calo delle vendite, visto che si è passati da 1,9 milioni di auto vendute a 1,3 milioni. Si tratterebbe quindi di una vera e propria strategia, ossia scoraggiare la vendita di auto tradizionali, quelle che motore termico. Già Volgo ha dato il suo annuncio ufficiale dicendo stop ai motori diesel. Dal prossimo anno il colosso svedese non produrrà né venderà più auto di questo tipo. Prima di questa scelta, però, le altre aziende sembrano aver già attuato invece una strategia per limitarne le vendite. Alzare i prezzi delle auto per evitare di venderle tutte e sbilanciare il mercato.

Se si vendessero infatti tutte le auto tradizionali, ci sarebbe un disequilibrio tra queste e le auto elettriche, motivo per cui si rischierebbero nuove sanzioni da parte di una politica che forse poco ha pensato a queste conseguenze, quando ha imposti i suoi limiti sulle emissioni di CO2. C’è poi il caso di Bosch UK. L’azienda ha annunciato di scaricare sui listini di ogni caldaia a gas 5.000 sterline, pari alla multa che dovrà pagare per non riuscire a vendere quelle a pompa di calore che le è vietata dal mercato. In pratica, è quanto sta accadendo con le aziende automobilistiche, le quali scaricano sui listini il costo delle multe che si dovranno sorbire. E noi risparmiatori paghiamo!

I punti chiave…

  • continua a salire i prezzi delle auto, secondo uno studio in Italia non scenderanno mai più sotto i 14 mila euro;
  • secondo l’analisi, le case automobilistiche stanno usando questa strategia per non vendere tutte le loro produzioni;
  • il motivo è semplice, evitare le sanzioni della politica sulle emissioni di CO2.