Cambio radicale per Poste Italiane, con la privatizzazione della seconda parte del capitale si passa anche anche all’applicazione di alcune novità che avranno senza dubio un impatto importante sui clienti (e sui lavoratori). Su tutte probabilmente la decisione di effettuare consegne le domeniche e i festivi. Insomma, per i postini addio weekend e giorni di riposo a Natale e Pasqua.

Addio giorni di festa

“Addio sogni di gloria, addio castelli in aria” cantava Claudio Villa. I lavoratori di Poste Italiane, invece, dovranno semplicemente intonare “addio giorni di festa”.

Certamente non mancheranno i riposi, ma saranno effettuati secondo il modello della turnistica. L’obiettivo di Poste Italiane è quello di soddisfare sempre più i bisogni dei clienti e seguire quel modello di business che Amazon ha ormai reso indispensabile. La fame di e-commerce degli italiani è ormai inesauribile e e molte piattaforme di questo tipo si appoggiano ai lavoratori del Gruppo Poste per effettuare le loro consegne. Oltre alla già citata Amazon (che però utilizza anche corrieri personali) a servirsi di Poste Italiane ci sono colossi come Vinted e Zalando.

Per questo motivo il nuovo piano industriale, che verrà presentato a marzo, prevede le consegne anche nei giorni festivi e di domenica. lo scopo è quello di portare il gruppo nuovamente ai livelli massimi che le competono, visto il declino praticamente inarrestabile di altre mansioni, come quello di consegnare lettere e cartoline, strumenti ormai ampiamente superati e non più necessari. Sono circa 25 mila i postini che lavorano con l’azienda in questione e dovranno mostrare quindi maggiore flessibilità negli orari di lavoro e soprattutto nella turnistica settimanale. Naturalmente, il nuovo piano sarà discusso con i sindacati, ma sembra ormai scontato che il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto nel 2023, prevederà tale novità al suo interno.

Poste Italiane, rivoluzione in arrivo

Non si tratta di un cambiamento da poco, soprattutto quando alla base di tale progetto c’è la privatizzazione dell’azienda.

Attualmente il 65% del gruppo è detenuto dalla Cassa depositi e prestiti del Ministero dell’Economia, ma le intenzioni del Governo Meloni sono state chiare sin da subito e l’obiettivo è quello di rendere tali realtà (insieme alle Ferrovie dello Stato) sempre più private. A tal proposito, la Meloni dichiarò:

“La riduzione delle quote di partecipazione statale non riduce il controllo pubblico, come nel caso di Poste, mentre penso ci sia la possibilità di fare entrare i privati anche in società dove c’è il totale controllo pubblico, come in Ferrovie”.

Ma perché privatizzare due pilastri del sistema pubblico nazionale? La risposta è molto semplice: il denaro. da questa operazione il Governo infatti stima di ottenere circa 6,7 miliardi di euro. Intanto, i progetti di Poste Italiane non si fermano alla nuova turnistica da dare ai suoi lavoratori. L’idea è di espandere il proprio business anche al mercato internazionale (come fa ad esempio DHL)  offrire ai propri clienti nuovi prodotti finanziari, oltre che nuove offerte per contratti di gas e luce e altro ancora. Rimane però, come un must improrogabile, la necessità di gestire al meglio la relazione con Amazon che è sia competitor che partner principale. A tal proposito, il direttore generale Matteo Del Fante, ha dichiarato:

“Siamo numeri uno in Italia sulle consegne al retail (B2C). Questo vuol dire gestire una relazione con Amazon, che è il nostro primo cliente, ma anche primo concorrente. Siamo primi tra gli operatori della logistica, ma per volumi nel B2C il primo è Amazon che consegna da solo i propri pacchi e decide con chi fare le consegne. È una relazione da gestire passo passo”.

I punti chiave…

  • Poste Italiane sta per subire un cambiamento drastico con la privatizzazione;
  • tante le novità in arrivo, dalle consegne nei festivi all’espansione nel mercato internazionale;
  • tra le mosse chiave, gestire il rapporto con Amazon.