Non sono affatto favorevoli i numeri della produttività nel nostro paese. Tra i grandi membri della comunità europea, l’Italia risulta infatti essere il paese con i numeri più bassi, registrati dagli anni 80 a oggi. Eppure il PNRR dovrebbe dare qualcosa di più rispetto a una semplice boccata d’ossigeno. Si parla infatti di ben 191,5 miliardi di euro. Le preoccupazioni della Meloni però sono che le nostre aziende non saranno all’altezza di rispondere adeguatamente alla somma elargita.

Tra Italia e Unione Europea è pace fatta

Chi pensava che i rapporti tra il nostro paese e l’UE fossero ormai logori dovrà ricredersi, visto che continuano ad arrivare parole positive da parte di Ursula Von der Leyen e i suoi più stretti collaboratori.

A tal proposito, proprio di recente la Presidente dell’UE ha fatto visita all’Emilia Romagna per la tragedia dell’alluvione, e si è fatta portavoce della volontà della Comunità Europea a dare il proprio sostegno economico al fine di fronteggiare l’emergenza. Il grande obiettivo di Giorgia Meloni, però, rimane quello di mettere le mani sui soldi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Ed è proprio sia questo dato che si attivano le preoccupazioni della premier.

In pratica, il nostro paese sta vivendo un interrogativo che probabilmente starà regalando non poche notti insonni al nostro premier. Da un parte la sua ferrea volontà di mettere le mani sui 191,5 miliardi di euro che arriveranno entro il 2026, cosa che rappresenta il grande esecutivo del Governo. Dall’altra la capacità di mettere a frutto tale investimento rispondendo in maniera precisa e veloce al fine di sfruttare la nuova risorsa e mettere in pratica quella ripartenza tanto auspicata a più riprese. Ovviamente, la volontà di farlo c’è tutta, come sottolineato più volte anche dal ministro Raffaele Fitto, che detiene proprio la delega al PNRR.

Come dicevamo, però, visti i numeri delle nostre imprese, le preoccupazioni non mancano.

PNRR, una situazione ancora tutta da chiarire

Sembra che l’UE voglia davvero porgerci la mano questa volta. Nonostante il ridimensionamento del ruolo della Corte dei Conti, i funzionari della Comunità Europea continuano a parlare di scambi produttivi con le autorità italiane. Insomma, anche se i conti non sono proprio lusinghieri per il nostro paese, quanto meno stiamo collaborando. Sembra di ascoltare la vecchia frase che viene detta spesso dalle insegnanti a scuola, ma stavolta al contrario: “non è intelligente, ma si applica”. Il nostro paese non pare avere i numeri adatti per sostenere un investimento del genere, ma quanto meno sta facendo di tutto per meritarselo.

Del resto i numeri sono inequivocabili, e vanno vanti dagli anni 80 a oggi. Un recente studio di Eurostat ha infatti rivelato che la nostra nazione ha perso 28 punti su cento di produttività rispetto alla Francia e ben 60 punti su 100 se paragonata alla Germania. Se poi ci aggiungiamo anche l’incapacità di spesa del nostro sistema, allora ecco che le notti insonni della Meloni aumentano a dismisura. Insomma riuscirà l’Italia a mettere a frutto i soldi del PNRR? La prima rata di 91 miliardi è tutto un programma. Tale somma dovrà essere spesa interamente entro i prossimi tre anni, ma fino al 31 dicembre scorso sono stati utilizzati solo 7 miliardi, ossia l’8% della somma. Di questo andazzo non andremo da nessuna parte.

In sintesi…

  • Segnali positivi tra UE e Italia;
  • I soldi del PNRR però dovranno fruttare con una produttività importante;
  • I numeri delle imprese italiane preoccupano non poco la Meloni.