Fatta la legge, trovato l’inganno. Altro che blocco, gli italiani stanno aggirando il sistema in tanti modi e ora attiva anche PizzaGPT, un sito alternativo che si propone come soluzione al problema e si ispira, vista la nostra tradizione italica, al famoso piatto partenopeo per rivendicare l’appartenenza territoriale in forte risposta a quanto fatto dal Garante per la Privacy nostrano.

PizzaGPT, di cosa si tratta?

Il nuovo sito può essere definito come un vero e proprio clone del Chatbot Usa (turbo-3.5) e vanta inoltre l’utilizzo delle stesse API usate da OpenAI.

Il tutto però offrendo una soluzione al problema posto dal Garante, ossia quello dei dati personali che violano, secondo la nostra legge, la privacy. Sul sito infatti si legge: “PizzaGPT utilizza le stesse API di ChatGPT ma non registra nessun tipo di dato da parte degli utenti”. Insomma, è possibile ottenere le stesse funzionalità dell’ormai famigerato ChatGPT senza infastidire il Garante. Ma non è tutto, visto che PizzaGPT è anche gratis.

Ebbene sì, gli italiani hanno risolto in un colpo solo tutti i problemi. Non solo è possibile utilizzare la piattaforma senza infastidire la legge, ma è anche gratuita. Per sostenere le spese del software la startup ha inserito un pulsante con il quale è possibile effettuare delle donazioni di 9 euro (il costo di una pizza) da parte degli utenti. Il creatore e fondatore del sito è Lorenzo Cella, il quale afferma:

“Ogni volta che qualcuno fa una domanda a PizzaGPT, questo implica una spesa di qualche centesimo per le API da parte mia. Attualmente ci sono migliaia di utenti che utilizzano PizzaGPT. Le donazioni sono solo un modo per cercare di coprire le spese e mantenere attivo il progetto”.

Una protesta contro il proprio paese

È chiaro che Cella sia in netta contrapposizione con quanto accaduto in Italia. Il fondatore di PizzaGPT ha infatti dichiarato: “Sono un italiano che vive all’estero quindi ho ancora accesso a esso, ma i miei genitori e amici che vivono lì no”. L’idea di clonare il software gli è venuta proprio quando ha letto della notizia in questione.

Interessante anche il paragone proposto da Cella, il quale vede quella di ChatGPT come una sorta di rivoluzione, la stessa che si verificò con l’avvento di internet: “Dovrebbe essere accessibile a tutti, allo stesso modo in cui lo è stato Internet”.

Sul sito ci va ancora più pesante, nelle FAQ infatti si legge: “I lucchetti sono stati una mossa stupida e controproducente. L’Italia ha bisogno di restare al passo con il resto del mondo, e l’AI è una tecnologia che può aiutare il nostro Paese a crescere”. PizzaGPT è nato da pochissimo. Per crearlo Cella ci ha messo 2 ore e il 2 aprile lo ha aperto al pubblico. In poche ore ha raggiunto migliaia di utenti, i quali stanno crescendo ogni minuto che passa.