Non abbiamo fatto in tempo a memorizzare il nuovo piano gas, ufficializzato nelle ultime ore dal ministro della Transizione Ecologica e in partenza da fine settembre, che il governo ha anticipato nuovi scenari se Putin dovesse del tutto chiudere i rubinetti. Tra qualche settimana, per tutti noi gli italiani, inizierà un vero e proprio cambiamento che andrà avanti fino a marzo. Oltre a dover tenere acceso il riscaldamento per meno ore, dovremo abbassare la temperatura e posticipare di 8 giorni l’accensione.

E non finisce qui.

Anche le nostre abitudini dovranno cambiare: quando cucineremo dovremo tenere il fuoco più basso, anche i minuti dedicati alla doccia saranno destinati a scendere. Sarà fondamentale fare più attenzione agli elettrodomestici, quelli che consumano di più, staccando i dispositivi in standby ad esempio. L’elenco delle nuove regole è lungo e già ampiamente dibattuto. Quello che, però, ancora non sapevamo è che qualora la Russia dovesse stoppare del tutto le forniture di gas, il piano del governo diventerebbe più pesante.

Piano razionamento gas più duro se Putin chiude i rubinetti

A dirlo è stato il ministro Roberto Cingolani in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha promesso anche l’indipendenza dal gas russo di Mosca entro il 2024. Che cosa cambierebbe in sostanza? Il ministro ha parlato di ipotetica catastrofe. A quel punto si potrebbe valutare di abbassare i termosifoni di due gradi e accorciare i riscaldamenti di un mese. Le parole del ministro, seguono le frasi di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, quando aveva detto che il piano europeo porterà alla sofferenza degli italiani. Putin non dovrebbe chiudere i rubinetti improvvisamente ma, in caso di catastrofe, la temperatura si potrebbe abbassare di due gradi invece che uno. Inoltre, anche l’accensione dei riscaldamenti sarebbe ancora rimandata di un mese invece che 15 giorni.

Il piano attuale potrebbe non bastare

Secondo gli esperti, inoltre, il piano di contenimento dei consumi del gas potrebbe non bastare e la prossima tappa potrebbe essere rappresentata dal razionamento.

Chiare le parole a Sky Tg 24 della ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti:

«Arriverà il razionamento, che dovremo fare comunque se Putin chiude i rubinetti, sarà caotico e disastroso. Occorre fare subito un piano sperando che non serva».

Allo stesso modo, anche Assoutenti ha chiarito che il piano non basterà a superare il periodo invernale e che mancano all’appello almeno 15 miliardi di metri cubi di gas.
Aldilà delle incertezze future e delle ipotesi legate alle mosse della Russia, si rende necessario già da ora cambiare le nostre abitudini quotidiane. Sembrano accortezze di poco tempo ma a conti fatti non è propriamente così e i prossimi mesi lo dimostreranno.