Una nuova tegola in arrivo per l’ambiente e i prodotti che portiamo in tavola. Il Giappone ha deciso di riversare nell’Oceano Pacifico più di un milione di tonnellate di acqua radioattiva in arrivo dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Il fatto ha generato molta preoccupazione, anche se i test condotti sull’acqua di raffreddamento non hanno rilevato tracce sensibili di elementi radioattivi pericolosi.
La preoccupazione, però, assale i pescatori che temono un calo della reputazione, anche perché il programma di sversamento durerà più di 30 anni.

Resta quindi da capire se davvero il pesce proveniente da queste acque è pericoloso oppure no.

Fukushima e l’acqua radioattiva, pesce contaminato?

La Tokyo Electric Power ha iniziato la procedura dal 24 agosto sorvegliata dall‘Agenzia internazionale per l’energia atomica. Si parla di più di mille serbatoi di cui il Giappone ha deciso lo sversamento perché è convinto che gli impianti già nel 2024 saranno pieni. Ha però assicurato che il liquido radioattivo sarà diluito con l’acqua di mare e che saranno rispettati i limiti di sicurezza. La decisione giapponese, però, ha creato un certo allarme.

La Cina, ad esempio, ha deciso di vietare la vendita di pesce in arrivo dal mare giapponese e anche in Corea del Sud sono andate in scena delle proteste. Il dubbio, infatti, è che il Giappone non abbia eliminato tutti gli elementi radioattivi dalle acque reflue. Il problema ha avuto delle conseguenze non indifferenti sul mercato del pesce. Basti pensare che la decisione della Cina, di vietare la vendita di pesce giapponese, significa rinunciare a 1 miliardo di dollari di entrate.

In Italia 123mila chili di prodotti ittici dal Giappone

Intanto, l’Agenzia per la pesca del Giappone ha chiarito che seguirà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci pescati, anche considerando che il piano ha rispettato gli standard di sicurezza.

Secondo il fisico David Bailey, i livelli di trizio non rappresentano un problema per i pesci. Quello che preoccupa, piuttosto, è che tutto questo processo durerà tanti anni e quindi potrebbero sorgere degli imprevisti e degli effetti a lungo termini per cui oggi è difficile dare certezze. Altri studi, poi, non escludono che le acque reflue potrebbero essere trasportate dalle correnti oceaniche, anche se il Giappone continua a ribadire che non esistono pericoli per le persone e l’ambiente.
Come riporta Quifinanza, in Italia, come sostiene Coldiretti, vengono importati dal Giappone 123mila chili di prodotti ittici, tra cui filetti di tonno congelati . Però il pesce giapponese viene pescato anche da altri paesi e quindi aumentano le possibilità di ritrovare sulla nostra tavola prodotti pescati nelle zone e venute a contatto con l’acqua di Fukushima. Secondo Ettore Prandini di Coldiretti:

“L’allarme che viene dall’Asia evidenzia l’importanza di salvaguardare il patrimonio ittico nazionale in una situazione in cui oltre l’80% del pesce fresco consumato in Italia proviene dall’estero.
Al contrario le nuove norme Ue sulla pesca rischiano di far sparire dalle tavole un pesce italiano su tre”

Come riporta una ricerca di Gambero Rosso citata fa Affaritaliani, l’Europa non è il mercato di riferimento per i prodotti ittici giapponesi.

Pesce contaminato dal Giappone? Cosa si rischia in Italia

Insomma, di pesce dal Giappone l’Italia ne compra davvero pochissimo e quello che si usa nei ristoranti per il famoso sushi non proviene dal Giappone. Per adesso, quindi, gli amanti del pesce possono dormire sonni tranquilli. Questo nonostante la crisi nera per la pesca italiana.

In ogni caso, Fedagripesca, per non rischiare di acquistare del pesce in arrivo dalle zone interessate dal disastro ha dichiarato che basta guardare l’etichetta che deve indicare la provenienza. La Fao 61, indica l’Oceano Pacifico nord-occidentale, e la Fao 71, l’Oceano Pacifico centro-occidentale.

Riassumendo

  • La decisione del Giappone di riversare nell’Oceano Pacifico, più di un milione di tonnellate di acqua radioattiva in arrivo dalla centrale nucleare di Fukushima ha creato un certo clamore
  • Il problema maggiore riguarda il pesce pescato in quelle zone, considerando che questa operazione durerà molti anni
  • In Italia, però, arriva davvero poco pesce dal Giappone, per cui si possano dormire sonni tranquilli
  • In ogni caso Fedagripesca, per rischiare di acquistare del pesce in arrivo dalle quelle zone consiglia come fare per controllare le etichette.