Il campo d’indagine dell’Istat si rinnova, ora l’istituto di statistica si concentra sui prezzi di tanti nuovi prodotti che rappresentano una vera e propria new entry all’interno del suo paniere. Salgono a ben 1935 i prodotti in questioni. Tra i nuovi arrivi spiccano il sushi dei ristoranti giapponesi e cinesi che propongono l’all you can eat, e i corsi di padel.

Cambiano le abitudini di consumo

Alla domanda, perché l’Istat sta monitorando i prezzi di nuovi prodotti, la risposta semplice quanto scontata: stanno cambiando le abitudini degli italiani e di conseguenza al vaglio dell’istituto di calcolo arrivano nuovi prodotti.

Il paniere è composto da 12 sezioni diverse di spesa, e prende in esame 91 Comuni. Come detto, quest’anno ci sono diverse novità all’interno di suddetto paniere, e concernono nelle nuove abitudini degli italiani. Il già citato sushi rientra in questa categoria delle news entry. Si tratta infatti di un pasto tipicamente orientale (giapponese per la precisione) che però ormai è presente anche in molti altri ristoranti, dato il successo. Stesso discorso per il padel, disciplina sportiva che negli ultimi anni ha goduto di un vero e proprio boom e oggi i suoi corsi sono particolarmente seguiti dagli italiani.

Il ricco elenco di prodotti nuovi i cui prezzi sono al vaglio dell’Istat, comprende anche le lampadine smart, il pavimento laminato e lo scaldaletto elettrico, giusto per citarne alcuni. Il settore alimentare rimane però quello con la lente d’ingrandimento più grande. Anche in questo settore non mancano le new entry, e riguardano l’uva Vittoria e le mele Kanzi. Lo studio del 2024 però deve anche cedere qualche pezzo, quali sono quelli che ci lasciano? Non rientrano infatti più nel campo d’indagine dei prezzi Istat i lettori e-book (gli italiani hanno smesso di leggere anche quelli, oltre ai libri cartacei già abbandonati da un pezzo?).

Non c’è più spazio nemmeno per regolatori elettrici per la barba, misuratori di funzioni vitali e tagliacapelli elettrici.

Prezzi Istat, le misure di riferimento

Come abbiamo visto, alcuni prodotti escono dal paniere, ma in generale sono circa 30 in più le voci che compaiono nell’elenco dell’Istat. I prezzi visionati vengono utilizzati per alcune misure di riferimento relative a specifiche “recinzioni sociali”. Ci sono ad esempio gli indici Nic, ossia l’intera collettività nazionale. C’è poi l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. C’è infine l’acronimo Ipca, che riguarda l’indice dei prezzi al consumo armonizzato. Tali indici vengono elaborati grazie alle circa 33 milioni di informazioni sui prezzi che ogni mese l’Istat prende in esame. In questo modo l’istituto di statistica può avere un campionario tale da rappresentare un quadro completo dei prezzi relativi ai prodotti nel nostro paese.

A completare l’opera ci sono poi 157 mila quotazioni provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico per i prezzi dei carburanti e 385 mila info arrivano dagli uffici comunali di statistica sparsi sul territorio. Per quanto riguarda invece i canoni di affitto, si osservano un milione e mezzo di casi per stimare il livello di inflazione. Ed ecco la parolina magica che sta alla base di tutto il discorso: l’inflazione. Il problema dei tanti rincari avuti negli ultimi mesi ha molto a che fare con l’inflazione e naturalmente l’Istat sta monitorando i prezzi di vari prodotti di consumo proprio al fine di capire in che modo cambiano le abitudini degli italiani, ma anche come l’economia sta ancora risentendo della crisi.

I punti chiave…

  • sushi e corsi di padel tra le new entry del paniere dell’Istat;
  • tra gli alimenti spiccano anche mele Kanzi e uva Vittoria;
  • l’inflazione ha giocato un ruolo decisovi nell’andamento dei prezzi.