Sono giorni di tensione quelli che si stanno vivendo nel nostro paese dopo la protesta dei trattori, espressione confinata dai media per rappresentare le manifestazioni degli agricoltori lungo tutto lo stivale. Da Imola a Napoli, passando per Roma e Palermo. Il grande sciopero che da ormai circa due settimane sta creando disagi al traffico e non solo procede senza sosta. Ma cosa chiedono precisamente gli agricoltori e quali sono le ragioni che li hanno spinti a scendere in piazza e protestare?

Perché gli agricoltori stanno manifestando?

Dopo la Francia, anche l’Italia è stata travolta dalle manifestazioni degli agricoltori in quella che nel nostro Paese è stata ribattezzata come la protesta dei trattori, espressione coniata per la massiccia presenza di questi veicoli presenti sulle strade durante le manifestazioni.

Gli agricoltori si stanno mobilitando in forze e per la giornata di oggi è previsto un massiccio corteo anche a Napoli con almeno 100 mezzi che dovrebbero solcare le strade del capoluogo campano. Non tutti gli italiani sono informati sull’evento e molti si chiedono perché questi agricoltori stiano protestando e per quale motivo ci sono tanti trattori per strada.

Naturalmente, le motivazioni sono politiche e si riferiscono alle scelte fatte dall’Unione Europea e non solo dai nostri politici. Tra i bonus 2024 , ossia le misure varate dal Governo per questo nuovo anno, ci sono degli assenti illustri, incentivi che agli agricoltori stavano particolarmente a cuore. La loro cancellazione arreca non pochi danni, ed ecco quindi spiegato il motivo delle proteste. A onor del vero, questo era abbastanza scontato. Entriamo quindi nel dettaglio dell’argomento per scoprire di preciso di cosa si tratta.

Proteste trattori, quali sono i motivi?

Uno dei motivi delle cosiddette proteste dei trattori, è l’eliminazione dell’esenzione IRPEF sui redditi dominicali e agrari. Gli agricoltori ne chiedono quindi il ripristino. Non c’è però soltanto questa motivazione a spingere gli agricoltori a protestare, ma anche la cancellazione dell’esonero contributivo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, esonero che era stato inserito nel 2020 ed è stato cancellato dalla Legge di Bilancio 2024.

Dunque, se in Francia, Belgio, Germania e altri Paesi del vecchio continente le proteste sono relative alle scelte dell’UE, da noi in Italia si aggiungono anche altri fattori derivanti da scelte politiche fatte in casa. L’ultimo punto, quello dell’esonero contributivo per gli under 40, ribattezzato bonus Inps, risulta particolarmente spinoso. Gli agricoltori si sentono comunque particolarmente trascurati, visto che la succitata Legge di Bilancio ha stanziato appena 110 milioni di euro per il settore, il quale risulta al penultimo posto tra quelli destinatari della quota maggioritaria di risorse.

A spiegare e sintetizzare le proprie rimostranze ai media ci ha pensato anche l’associazione Impresa Persona Agroalimentare: “Nei giorni scorsi, abbiamo ascoltato, ci siamo immedesimati con attenzione nelle proteste degli agricoltori e abbiamo osservato e analizzato la situazione dell’agricoltura italiana. In maniera non esaustiva, sono quattro le principali motivazioni che spingono gli agricoltori a protestare: 1) prezzi bassi dei prodotti agricoli e costi in aumento; 2) iniqua distribuzione del valore lungo la filiera; 3) vincoli e complessità della normativa europea; 4) sindacati agricoli incapaci di rappresentare i loro bisogni. […]. Vi è un soggetto in pericolo nell’attuale contesto economico-sociale – chiosa l’associazione -: le imprese familiari, quelle dove il capitale ed il lavoro sono forniti dalla famiglia, anche un solo membro alle volte, che rappresentano la vera ossatura economica del nostro Paese. La loro vitalità consente un benessere diffuso e un protagonismo economico del popolo. Sono minacciate e devono essere aiutate ad affrontare il repentino cambiamento economico, per restare protagoniste per sé stesse e per lo sviluppo dei territori rurali”.

I punti chiave…

ecco sintetizzati i quattro punti che motivano le proteste dei trattori nel nostro Paese:

  1. prezzi bassi dei prodotti agricoli e costi in aumento;
  2. iniqua distribuzione del valore lungo la filiera;
  3. vincoli e complessità della normativa europea;
  4. sindacati agricoli incapaci di rappresentare i loro bisogni