Bisognerà davvero ricostruire interamente il sistema lavoro, se si vorrà uscire dall’impasse del reddito di cittadinanza. È questo ormai il sentore generale che emerge in merito alle preferenze degli italiani. C’è chi si chiede quale possa essere l’incentivo capace di permettere ai percettori di Rdc di rinunciarvi, ma probabilmente sarà davvero necessario ripartire da zero, poiché al momento le alternative proposte non sembrano affatto ragionevoli.

Reddito di cittadinanza, ha senso rinunciarvi?

Fare camerieri e fattorini sta diventando prerogativa degli extracomunitari.

Nel servizio di Piazza Pulita andato in onda su La7 in questi giorni, abbiamo visto due ivoriani lavorare in una cucina di un ristorante per meno di 1000 euro al mese. Il primo è laureato in marketing nel suo paese, il secondo è invece uno scultore. I due uomini si sono rimboccati le maniche e, pur di mandare soldi alle famiglie in patria, si sono accontentati del lavoro in questione. Sempre più imprenditori, infatti, lamentano il problema di riuscire ad assumere nuovo personale. Insomma, gli italiani proprio non ci stanno a fare i camerieri e i fattorini.

Ma siamo sicuri che il motivo è la mansione da svolgere, e non la bassa retribuzione? Attualmente, agli aventi diritto del Rdc viene erogato un contributo che varia da 480 e 9.360 euro l’anno. La situazione cambia se si tratta di famiglie. Una persona sola, infatti, può arrivare fino a 780 euro mensili, mentre per due adulti con figlio maggiorenne o due figli minorenni, il contributo può arrivare fino a 1330 euro. Insomma, rinunciare a somme di questo tipo, per lavorare e prendere meno di 1000 euro è sicuramente una condizione che nessuno accetterebbe.

Le strade da percorrere

La soluzione più semplice da percorrere sarebbe quella di abbassare il tetto massimo del reddito di cittadinanza, sia per una sola persona, che per le famiglie numerose. In questo caso, infatti, andando poi a fare il confronto con un qualsiasi tipo di retribuzione lavorativa, ci si ritroverebbe costretti ad ammettere che lavorare conviene.

Questa però, oltre ad essere la soluzione più semplice, sarebbe anche la più ingiusta. I cittadini si tronerebbero di fatti davanti a un vero e proprio ricatto. Decisamente più umano e ragionevole invece aumentare gli stipendi di coloro che lavorano.

In questo, il primo step da compiere sarebbe quello di rivedere completamente la tassazione del nostro paese, al fine di permettere agli imprenditori di pagare meno tasse e alzare gli stipendi. È innegabile che, per quanto questa sia la soluzione auspicabile, rimane anche la più complessa ed è per questo motivo che al momento ci troviamo davanti a un impasse. Uno dei due africani intervistati spiega che il senso dell’uomo è proprio questo: lavorare per vivere.

Per quanto lodevoli e commoventi le parole dello scultore ivoriano che lavora per sfamare i suoi tre figli in Costa d’Avorio, noi occidentali la pensiamo, per fortuna, in modo diverso. E il concetto del reddito di cittadinanza, presente anche in altri paesi civilizzati, è proprio questo: tutti hanno diritto a una vita dignitosa, non solo chi lavora. Semmai, il lavoro dovrebbe essere un incentivo a fare di più, al fine di ottenere una maggiore gratificazione personale. Purtroppo, riuscire a ragionare in questi termini è ancora complesso per il nostro paese. E non mancano, chi da una parte (gli imprenditori), chi dall’altra (i potenziali lavoratori), furbetti che se ne approfittano, andando a sfruttare le falle del sistema.