Ci sono ancora problemi di gender gap nel nostro paese. Dalle ultime analisi dell’Inps emerge che le pensioni di uomini e donne presentano ancora delle differenze sostanziali, con i primi che prendono di più. Per quale motivo il sesso forte dovrebbe percepire un contributo maggiore a parità di lavoro con il gentil sesso? Sono anni ormai che ce lo chiediamo e credevamo che tale gap fosse stato ormai eliminato, quanto meno dalle istituzioni. E invece le cose non stanno così.

Il problema del gender gap

La differenza di genere è un problema che nel mondo del lavoro si è fatto avanti negli ultimi decenni, quando finalmente alcuni attivisti hanno iniziato a puntare il dito contro una politica patriarcale che vede nell’uomo il fulcro dell’economia all’interno di una famiglia. Pensavamo che, almeno a livello contributivo, le cose si fossero risolte e i generi finalmente equiparati. Purtroppo non è così. Dalla relazione annuale del Rapporto Inps sul 2022, presentata dalla commissaria straordinaria Micaela Gelera si evince che avevamo torto. Non c’è solo il problema del genere gap in tale studio, ma si parla anche di redditi delle famiglie e dell’andamento dell’economia. A tal proposito si registrano finalmente i primi segnali positivi.

“Nel 2022, il Pil è aumentato del 3,7% in termini reali. L’economia ha interamente recuperato quanto perso nel 2020, raggiungendo livelli superiori a quelli antecedenti la crisi”:

Sono queste le prime dichiarazioni emerse dal report in questione. Gelera punta il dito contro la guerra in Ucraina, motivo principale dell’aumento dell’inflazione che l’anno scorso ha raggiunto l’8,1%.

“Nello stesso periodo, però, i redditi delle famiglie hanno beneficiato sia del recupero dell’occupazione che degli interventi approvati a sostegno dei pensionati: con il cosiddetto ‘Decreto Aiuti bis’, il Governo ha aumentato del 2% i trattamenti fino a 2.692 euro mensili e ha anticipato al 2022 la corresponsione del conguaglio calcolato sulla base dell’indice definitivo di perequazione”.

Insomma, Gelera ci tiene a sottolineare che l’intervento del Governo è stato tempestivo e che nell’insieme gli italiani non possono lamentarsi troppo.

Peccato che le preoccupazioni sono sempre maggiori, come si evince anche dai possibili rincari d’autunno già annunciati da tempo.

Pensioni uomini e donne, come stanno le cose?

Entriamo però nel vivo del quesito andando ad analizzare quelli che sono i numeri delle pensioni di uomini e donne nel nostro paese. La media per i nostri pensionati è di 1687 euro al mese. e la stessa Gelera però ad evidenziare la discrepanza tra i sessi:

“Alla fine del 2022, i pensionati in Italia erano 16,1 milioni, un numero di poco superiore a quello del 2021, di cui 7,8 milioni uomini e 8,3 milioni donne. Questi numeri hanno comportato una spesa di 322miliardi di euro, tuttavia non equamente distribuiti. Infatti, le donne, nonostante rappresentino il 52% dei pensionati, sono titolari di solo il 44% dell’importo totale. Quella degli uomini è passata da 62 del 2012 a 64,2 nel 2022, mentre quella delle donne da 61,3 a 64,7. Il superamento di quella degli uomini da parte di quella delle donne è legato alla diffusa discontinuità delle loro carriere che comporta ritardi nel raggiungimento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata”.

In pratica, gli uomini prendono il 38% in più. In realtà, una motivazione ragionevole già esiste e riguarda gli anni contributivi. Le donne arrivano ala pensione di vecchiaia, mentre gli uomini hanno accesso alla pensione anticipata. Quest’ultima storicamente registra un importo medio superiore. Ad acuire tale differenza c’è stata poi Opzione Donna che ha permesso a gennaio di godere della pensione anticipata al 16% delle donne lavoratrici. Tale assegno però era quasi del 40% più basso della media. Insomma, i dati dell’Inps sono sotto gli occhi di tutti e rappresentano lo specchio del nostro paese quando si parla di pensioni di uomini e donne.

Probabilmente servirà un nuovo intervento della politica per rivedere la questione contributiva nel nostro paese e attuare piani pensionistici che siano il più possibili omogenei tra i vari cittadini, indipendentemente dal genere.

Riassumendo…

  • gli uomini prendono più delle donne, è questo che emerge dallo studio sulla pensione in Italia;
  • il motivo è legato agli anni contributivi, con un sistema di pensionamento diverso tra i due generi;
  • anche Opzione donna ha aumentato tale gap a livello contributivo.