Il Portogallo ha deciso di abolire le aliquote fiscali preferenziali per i pensionati stranieri. Dal 2024 i pensionati italiani (ma anche quelli di altre nazioni) che si trasferiscono in questo Paese non beneficeranno più della flat tax al 10% prevista dalla legge. Lo ha deciso il governo Costa con l’obiettivo di ripristinare un livello di tassazione equo per tutti.

Tuttavia, questo cambiamento riguarderà solo i pensionati che si trasferiranno in Portogallo per almeno sei mesi all’anno a partire dal 2024. Gli sgravi fiscali continueranno ad applicarsi a chi è già residente, ha presentato o presenterà domanda di residenza entro il 31 dicembre 2023.

Indipendentemente dall’importo della pensione, si continuerà a pagare il 10% di tasse sulle rendite pubbliche straniere.

Portogallo meta preferita dai pensionati italiani

Dal 1° gennaio 2024, quindi, spostare la residenza in Portogallo per pagare meno tasse sulla pensione non avrà più senso. Anzi, a conti fatti, si rischia pure di pagare più che in Italia. Ci sono altri paradisi fiscali per pensionati in Europa, a poca distanza dall’Italia, che offrono vantaggi anche superiori a quanto offerto finora dal Portogallo.

Da sapere, comunque, che gli italiani già residenti in terra lusitana potranno continuare a godere delle agevolazioni fiscali. Cioè della flat tax al 10% sulle pensioni pagate dall’Inps. La modifica riguarda solo coloro che acquisiranno dal prossimo anno la residenza non abituale e non quelli che già ce l’hanno o stanno facendo domanda per ottenerla. E sono molti.

Il Portogallo, secondo le statistiche Inps, resta la meta preferita dei pensionati italiani all’estero. Sono circa 3.500 (per un importo di 153 milioni di euro all’anno) quelli che si sono trasferiti sin dal 2012 quanto allora le imposte da pagare sulle pensioni erano addirittura a zero. E tanti non hanno scelto altre mete più esotiche o vantaggiose anche dopo che il governo ha imposto una flat tax del 10% nel 2020.

Le alternative possibili

Ma ora che il Portogallo ripristina la tassazione originale sulle pensioni estere quale sarà la meta preferita dai pensionati italiani? Come detto, per chi è già residente o sta per diventarlo non cambierà nulla per i prossimi 10 anni, anche se non vi è certezza in questo senso. Ma per chi non è ancora in pensione e sta valutando una via di fuga dal fisco italiano quali paradisi fiscali restano da sfruttare?

Sulla cartina geografica si possono individuare almeno altre sei mete a breve portata. Queste sono: la Tunisia, la Grecia, Cipro, l’Albania, la Bulgaria e la Repubblica Ceca, che da anni promettono vantaggiosi risparmi sulle tasse per attirare capitali stranieri. Anche se non è detto che i vantaggi finora offerti saranno tali anche in futuro.

In Grecia, ad esempio, si pagano meno tasse che in Portogallo. Una legge del 2020 permette ai pensionati stranieri di acquisire la residenza in terra ellenica a fronte di una riduzione consistente delle imposte per 15 anni. Si paga una flat tax del 7% su qualsiasi importo.

Anche a Cipro si pagano tasse sulle pensioni come in Grecia, ma con una franchigia di 3.420 euro. In Tunisia, invece, il prelievo fiscale sulle pensioni degli stranieri è del 5% sull’80% dell’importo della pensione e il 20% sul resto.

Ma dove si risparmia decisamente di più è Repubblica Ceca e in Albania dove il prelievo fiscale sulle pensioni estere degli stranieri residenti è pari a zero. In particolare, un accordo bilaterale fra Italia e Albania consente ai cittadini italiani residenti di non pagare alcuna imposta sui redditi di natura estera. E viceversa.