Dopo le indiscrezioni delle ultime settimane sul tema pensioni, arriva l’annuncio: nasce l‘Osservatorio per trovare una soluzione al post Quota 103. In queste ore il ministro del Lavoro Calderone ha posto la sua firma sul decreto che di fatto porta alla nascita del nuovo organismo tecnico. Il compito principale del nuovo Osservatorio sarà di proporre idee su come riformare l’attuale sistema pensionistico. Inoltre, dovrà anche tenere sotto controllo la composizione della spesa previdenziale ed il suo andamento. La domanda che ci si pone ora è semplice: cambierà davvero qualcosa?

Pemsioni e quota 103, i compiti del nuovo Osservatorio

Chi pensava che il 2023 potesse essere l’anno della riforma delle pensioni era semplicemente in errore.

Questo però non significa che la discussione su nuove forme di pensione anticipata sia esaurita, anzi. Anche perché è bene ricordare che Quota 103 è in scadenza alla fine di quest’anno. Ecco perché la notizia del via libera a un Osservatorio deve essere presa con cauto ottimismo dai lavoratori che si avvicinano alla pensione. L’obiettivo è di muoversi su due linee ben precise: da una parte si valuterà la sostenibilità della staffetta generazionale, dall’altra invece si cercherà di trovare una sintesi per rilanciare la previdenza complementare.

Si ragiona sul dopo Quota 103

Il prossimo 31 dicembre scadrà Quota 103, introdotto dal governo Meloni in sostituzione di Quota 102. Non è più un mistero ormai che l’obiettivo del governo resti Quota 41, attraverso cui tutti i lavoratori lascerebbero il lavoro dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. L’orizzonte di Quota 41 per tutti rimane in ogni caso ancora ampio, per cui nel 2024 ci si aspetta un nuovo provvedimento ponte. Una misura che – logica vuole – arriverà dal nuovo Osservatorio di quest’anno.

La composizione dell’Osservatorio prevede 15 membri in totale: tra loro ci sarà anche un presidente. La nomina di parte dei componenti spetterà al ministero del Lavoro, un’altra parte invece al ministero dell’Economia.

L’idea del governo è di rimettere in piedi una struttura simile a quella del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, nato nel 1995 dopo la riforma Dini.

Come accennato poc’anzi, l’Osservatorio si concentrerà soprattutto sul ricambio generazionale e sui sistemi di prepensionamento. Queste le indicazioni fornite dal ministro del Lavoro Calderone alla Camera: “L’Osservatorio dovrà prestare particolare attenzione ai sistemi di prepensionamento e ricambio generazionale, per verificare la sostenibilità di forme di anticipo pensionistico che non gravino unicamente sulla spesa pubblica ma consentano un ciclo virtuoso fra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori prossimi alla pensione”.