Le pensioni minime integrate fino a 600 euro al mese non sono ancora pronte. Col pagamento del rateo di maggio i beneficiari non hanno ancora visto l’incremento promesso dal governo. Eppure tutto sembrava pronto già a gennaio, quando sono state fatte le rivalutazioni degli assegni più bassi.

Questioni tecniche legate all’individuazione degli aventi diritto, dice l’Inps. Ma ci sarebbero anche problemi nel reperire la disponibilità dei fondi da destinare a questo scopo, dicono i sindacati che stanno monitorando passo dopo passo la questione.

In ogni caso, gli aumenti, prima o poi dovranno arrivare. Certo è che, al momento, molti pensionati che facevano affidamento su questo incremento adesso sono in difficoltà.

Gli aumenti del 2023

Ma di quanto sono aumentate esattamente le pensioni nel 2023? La risposta appare semplice: del 7,3%, in base a quanto riportato dalla legge di bilancio. Ma non tutti gli assegni sono stati rivalutati nella stessa misura. Fino al 2024 sono previste 6 fasce di rivalutazione.

In base a dette fasce, la pensione è rivalutata pienamente solo fino a 5 volte il trattamento minimo. Oltre tale fascia (2.101,52 euro) l’adeguamento cala proporzionalmente all’aumento dell’importo della pensione. Fino a subire un taglio di circa due terzi oltre i 5.700 euro.

La rivalutazione delle pensioni minime

In particolare merita attenzione l’aumento delle pensioni minime (563,74 euro) per le quali la legge ha previsto per il 2023 e 2024 una rivalutazione superiore al 100% dell’inflazione. A questi trattamenti spetta una rivalutazione aggiuntiva e straordinaria dell’1,5%, che sale al 6,40% nel caso degli over 75.

Come spiega la recente circolare Inps n. 35 del 3 aprile 2023, la pensione minima per gli under 75 passa quindi da 563,74 a 572,74 euro (aumento di 8,46 euro mensili). La pensione minima per gli over 75 passa da 563,74 a 599,82 euro (aumento di 36,08 euro mensili). Tutti gli assegni sono soggetti a tassazione ordinaria.

Qualora la pensione in pagamento dovesse risultare superiore all’importo del trattamento minimo (563,74 euro) ma inferiore all’importo maggiorato (572,74 euro per gli under 75, 599,82 euro per gli over 75) l’incremento è egualmente riconosciuto, ma solo fino a concorrenza del predetto limite superiore.

Ad esempio, un pensionato di 76 anni che percepisce una pensione di 560 euro al mese avrà comunque diritto a un aumento fino al limite massimo di 599,82 euro al mese. Lo stesso dicasi per un pensionato che percepisce la stessa rendita ma di età inferiore a 75 anni. Il tetto massimo previsto è fissato a 563,72 euro.

Quando arrivano gli aumenti

Detto questo, resta da capire quando arriveranno gli aumenti delle pensioni minime. Secondo indiscrezioni i tanto attesi incrementi dovrebbero scattare a partire dal prossimo mese di giugno. Ma al momento non vi sono conferme da parte dell’Inps.

In ogni caso, saranno corrisposti anche gli arretrati a partire dal primo gennaio 2023 per tutti gli aventi diritto. Notizie più precise saranno possibili solo fra qualche giorno quando saranno elaborati i pagamenti delle pensioni di giugno. Consultando il cedolino pensione online si potrà visualizzare se gli aumenti sono messi in pagamento oppure bisognerà aspettare ancora.