Eccola la notizia che i giovani di oggi tanto temevano in merito alle pensioni. L’Inps ha parlato chiaro in merito e ha comunicato che coloro che sono nati nel 1993 prenderanno la pensione di vecchiaia solo una volta raggiunti i 70 anni. C’è però una condizione che rimescola le carte e darebbe accesso all’assegno in questione prima di aver compiuto tale anno. Vediamo quale.

La decisione dell’Inps

Anche l’ente di previdenza sociale si accoda alle scelte politiche, anzi ne è sostanzialmente condizionato.

La questione delle pensioni continua a tenere banco nel nostro paese e, dopo le proteste delle lavoratrici per la quasi cancellazione di Opzione Donna, ora anche i giovani potrebbero scendere in piazza, visto che per loro la pensione non arriverà prima di aver compiuto 70 anni. In sostanza, chi è nato nel 1993 e ha appena compiuto 40 anni, dovrà attendere di averne compiuti 70 prima di poter accedere alla pensione di vecchiaia. C’è però un requisito che può cambiare le cose. Se il lavoratore ha infatti maturato un assegno almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale, allora avrà diritto a una pensione anticipata precedente al compimento dei 70 anni.

Questo è quanto viene fuori dalla simulazione effettuata dal programma Pensami, offerto dall’Inps, il quale è appunto aggiornato alle regole della Manovra 2024. Ma non è tutto. L’importo minimo per lasciare il lavoro in anticipo, varierà nuovamente l’anno prossimo, quando sarà introdotta la nuova legge di Bilancio. In quel caso infatti l’importo minimo dovrebbe salire a tre volte l’assegno sociale, un ulteriore paletto che renderà inevitabilmente ancora più complicata l’uscita dal mondo del lavoro. La legge per i prossimo anno fa inoltre saltare l’importo minimo, il quale ora obbliga a posticipare l’uscita a coloro che hanno percorsi discontinui e con contributi bassi. In questo caso infatti tali paletti vietano ai lavoratori di andare in pensione a 74 anni e 5 mesi.

Pensioni, un quadro avvilente

È decisamente avvilente il quadro pensionistico che viene fuori dal simulatore Pensami dell’Inps. I 30enni di oggi al momento si vedono preclusa la possibilità di andare in pensione prima dei 70 anni. Per quanto invece riguarda un 30enne nato a gennaio del 1993 che lavora da inizio 2012 (quindi subito dopo aver completato la scuola di maturità) andare in pensione anticipata a 64 anni e 11 mesi, a patto di aver versato 45 anni e 7 mesi di contributi. Con le problematiche relative al mondo del lavoro che ci portiamo dietro ormai da decenni, si tratta però di casi che sembrano rappresentare una ristretta minoranza della popolazione italiana. Quanti infatti hanno trovato davvero il posto di lavoro subito dopo aver completato le scuole superiori?

Oramai è lo stesso nostro sistema che anzi impone ulteriori studi per permettere agli italiani di avere più possibilità di entrare nella professione che si sono scelti. Insomma, la riforma pensioni rischia di scontentare un po’ tutti e senza dubbio i lavoratori di oggi ne sono ben consapevoli, viste anche le proteste che hanno portato allo sciopero generale di questi giorni in diverse professioni. È un momento particolarmente delicato che rischia di scatenare un malcontento generale di non facile gestione. La riforma sembra ancora tutta in divenire, ma purtroppo non è detto che le novità che arriveranno in seguito siano atte a migliorarla.

I punti chiave…

  • secondo il simulatore dell’Inps, i 30enni di oggi andranno in pensione non prima dei 70 anni;
  • per accedere alla pensione anticipata dovranno aver maturato un assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale;
  • la prossima legge di Bilancio però porterà tale requisito pari a 3 volte l’assegno sociale.