Per un futuro più giusto, l’alternativa c’è ed è quanto sostiene il PD che ha dato proprio questo titolo alla sua manifestazione tenutasi a Roma l’11 novembre scorso. Le novità opzione donna sono di fronte a un bivio. Da una parte c’è la strada che porta a un nulla di fatto. Dall’altra quella che propone importanti cambiamenti che possono migliorare la normativa. Quale delle due strade sarà presa?

Una scelta di Governo, ma l’opposizione c’è

Una buona democrazia si ha quando anche l’opposizione fa il suo giusto lavoro e riesce a creare un dibattito attivo nelle decisioni del paese.

È proprio quanto sta cercando di fare il PD in merito alle novità di Opzione Donna. Gli ultimi cambiamenti alla riforma pensioni ci hanno fatto capire che quota 104 rimane, ma ancora molto si può fare se si rivedono i piani per il sistema pensionistico pensato al mondo femminile. Nella manifestazione romana si è dibattuto di tanti temi. Sul palco sono intervenuti tanti esperti che hanno toccato argomenti importanti come la battaglia degli studenti per il diritto allo studio. Tra gli altri temi spiccano quello sulla casa la scuola pubblica, poi le politiche per le persone con disabilità e altro ancora come i sempre eterni problemi del Sud, e quello sui migranti.

Naturalmente, non poteva mancare l’ampio spazio dedicato al dibattito sulla previdenza, con le novità opzione donna a farla da padrone. Per l’occasione si sono presentate le iscritte al CODS, le quali in questo momento stanno vivendo un vero e proprio incubo per la cancellazione di opzione donna. Come sappiamo infatti, il procedimento nuovo è così comodi paletti che ha ristretto la platea in maniera così drastica da non permettere più di accedervi alla maggior parte delle donne lavoratrici. Per l’occasione sul pacco è intervenuta Caterina Rinaldi, un’iscritta al Comitato Opzione donna, la quale ha letto un lungo comunicato nel quale prende le parti delle lavoratrici sessantenni che stanno vedendo la propria pensione sempre più in crisi.

Novità opzione donna 2024, le lavoratrici si rifugiano nel PD

Il PD della Schlein in questo momento sembra essere l’unica ancora di salvataggio per le lavoratrici che sperano ancora in una pensione agevolata e soprattutto dignitosa. Ecco uno stralcio della dichiarazione rilasciata dalla Rinaldi:

“Da anni esisteva una misura che, finanziariamente a totale carico di chi la sceglieva, dava la possibilità dopo 35 anni di doppio, triplo a volte quadruplo lavoro svolto in casa e fuori casa, di poterci pensionare, si chiamava Opzione Donna e questo esecutivo l’ha cancellata a fronte del nulla, senza porre un’alternativa adeguata, senza dare una possibilità di pensionamento a 20000 donne che nel 2024 saranno 40000 e poi 60000…”

Segue il difficile itinerario percorso dal Comitato, il quale ha presenziato in tv e sui giornali, ma senza mai ottenere un reale riscontro. La solita risposta “ci stiamo lavorando” ha finito per stancare le lavoratrici che ora chiedono a gran voce una revisione delle scelte fatte nell’ultima Manovra 2024, la quale ha peggiorato ulteriormente le cose. Come detto, i tanti paletti hanno in pratica cancellato quella che era opzione donna, ma cosa fare ora per metterci una pezza? Dalle parole della stessa rappresentante, ecco l’unica soluzione possibile:

“Da questo palco chiediamo dunque formalmente all’Esecutivo di ravvedersi quanto prima, di accogliere gli emendamenti che le forze di opposizione PD in primis sicuramente presenteranno, senza indugi; restituendo alla norma i suoi connotati anagrafici e retributivi che, per altro, già erano stati peggiorati rispetto al dettato originale. Opzione Donna é una sola: contributivo puro, accessibile per chi vuole o ha necessità di sceglierla con 58 o 59 anni di età e con 35 anni di contribuzione e nessun altro vincolo!”.

I punti salienti…

  • Proteste alla manifestazione di Roma contro la cancellazione de facto di Opzione Donna;
  • i manifestanti del Comitato chiedono il ripristino del provvedimento;
  • gli attuali paletti infatti restringono la platea costringendo la maggior parte delle lavoratrici a non poterne usufruire.