Chi si aspettava una qualche novità sul fronte pensioni dall’intervento della ministra del Lavoro Marina Calderone al Senato sarà rimasto deluso. Nessuna sorpresa invece per chi segue il dibattito sul tema previdenziale da anni, fin dalla tanto contestata legge Fornero. Da una parte c’era chi sperava in alcune delucidazioni in merito al futuro di Opzione Donna, l’istituto della pensione anticipata per le lavoratrici che con l’ultima manovra finanziaria ha visto ridursi e di molto la platea di chi ne può beneficiare.

Dall’altra invece c’era chi aveva già intuito il solito refrain degli ultimi anni: tanto parlare, tanti confronti, ma in sostanza nulla di concreto. E così per Opzione Donna è notte fonda, senza se e senza ma.

Pensioni: quando una soluzione per Opzione Donna e quando arriva la riforma? Le ultime parole del ministro Calderone

La situazione intorno a Opzione Donna continua a essere paradossale. In un primo momento l’attuale maggioranza di governo aveva promesso di ampliare la platea di lavoratrici che potevano andare in pensione con Opzione Donna. Promessa non mantenuta, tutt’altro. Perché se prima erano comunque migliaia le donne che potevano andare in pensione beneficiando dell’uscita anticipata con Opzione Donna, adesso sono appena 2.900. Tra queste figurano caregiver, licenziate o invalide civili sopra al 74%, con 35 anni di contributi e almeno 60 anni di età.

Paletti che rendono il percorso verso Opzione Donna per molte donne tortuoso, per tante altre impossibile. Nel suo intervento al Senato, la ministra del Governo ha confermato un dato che già si conosceva, ossia che “la platea delle beneficiarie è composta da 2.900 lavoratrici che maturano i requisiti nel 2023. Al centro del confronto oltre alle modifiche ad Opzione donna, c’è anche una riflessione più ampia sulle dinamiche di ingresso delle donne nel mondo del lavoro”.

Proporre una riforma strutturale per tutelare le pensioni di donne e madri

Sono passati due mesi da quando l’esecutivo Meloni aveva garantito alle donne che protestavano che avrebbe fatto il possibile per rendere più agevole l’accesso a Opzione Donna.

Due mesi nei quali però nessun passo avanti è stato compiuto. Come ha precisato la ministra Calderone, il motivo per cui le cose stanno andando per le lunghe è la volontà da parte del governo di “evitare di intervenire con provvedimenti di breve periodo“. In poche parole, l’obiettivo della premier Meloni e del suo governo è di proporre “una riforma strutturale per tutelare le pensioni di donne e madri senza intervenire ogni anno con la legge di Bilancio”.

Si può dire notte fonda? A questo punto sì, senza nemmeno il pericolo di essere smentiti. O almeno così sarà fino a quando continueranno gli incontri infruttuosi tra governo e sindacati. Che poi è il pensiero comune di chi in questa situazione ci sta rimettendo di più.