Duro, anzi durissimo, l’attacco di Elly Schlein a Giorgia Meloni. È il naturale gioco delle parti, ormai anche i più ingenui sanno che la politica è quella capacità di denigrare il lavoro del partito rivale. Ciò però non vuol dire che le argomentazioni trattate siano infondate, e nel caso delle pensioni delle donne la segretaria del Partito Democratico spara non poche cartucce che vanno effettivamente a segno. Cosa ha fatto precisamente Giorgia Meloni in merito a questa tematica?

La Schlein ci va giù sempre più pesante

È ormai chiaro che la sfida tra la Schlein e la Meloni caratterizzerà questa nuova fase della politica italiana, da qualche giorno orfana di Berlusconi.

Le parole della leader del PD arrivano da un evento tenutosi a Bologna, La Repubblica delle Idee, organizzato proprio dal quotidiano omonimo. Secondo il suo intervento Meloni non ha fatto nulla per le pensioni delle donne, anzi è ormai noto a tutti il lavoro svolto su Opzione Donna, che è diventato quasi inaccessibile, tanto è vero che sono calate tantissimo le richieste dopo la restrizione attuata dal Governo con i tanti paletti aggiunti. Che la Meloni avesse poco cuore la condizione del gentil sesso, però, secondo la Schlein era chiaro sin dall’inizio del suo mandato, e qui fa cenno all’articolo al maschile che ha scelto di utilizzare a fianco della parola premier.

La segretaria del PD, aggiunge che lei invece sarebbe onorata di farsi chiamare un giorno “la premier”, al femminile.

“Ho trovato una resa che Meloni abbia rinunciato a farsi chiamare la prima presidente del Consiglio donna. Bisogna declinare le professioni al femminile. Ho la speranza di farmi chiamare io, un giorno, la prima presidente del Consiglio donna, visto che lei non l’ha fatto”.

Cosa ha detto la Schlein?

In generale, la critica è rivolta a tutto il lavoro del Governo Meloni, il quale nulla ha fatto per le donne.

Votare una premier donna significa infatti anche sperare che si faccia carico di determinate tematiche, cosa che invece la Meloni non ha fatto.

“È una questione di scelte perché non ce ne facciamo niente di una premier donna che non si batte per i diritti e l’emancipazione di tutte le donne. E purtroppo, dico purtroppo, è il contrario di quello che Meloni ha fatto finora, ad esempio con opzione donna o con il decreto lavoro”.

Stesso discorso anche per la questione lavoro, una questione di genere che il nuovo Governo non solo non ha saputo affrontare, ma ha dimostrato totale indifferenza in merito alla tematica.

“Siamo immersi in un sistema patriarcale della società. Ma davvero crediamo che non sia un problema se le donne hanno voti alla laurea migliori ma, dopo cinque anni, hanno salari più bassi? Bisogna averne consapevolezza e lottare”.

Pensioni donne, cosa ha fatto la Meloni?

Insomma, il giudizio della segretaria del Partito Democratico è lapidario, la Meloni non ha fatto perfettamente nulla per le pensioni delle donne. Possiamo darle credito di tale affermazione o forse si tratta di una diagnosi troppo severa e di parte? Possono presentare domanda di pensionamento le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni ridotta di un anno per figlio, nel limite massimo di due anni. Questo in sintesi ciò che il Governo ha stabilito. Sono tantissime le donne che si sono sentite tradite dall’operato del nuovo Governo e in questo quindi la Schlein non ha tutti i torti.

Riassumendo…

  • La Schlein critica l’operato del Governo Meloni, in special modo sul pensioni e lavoro per le donne;
  • le donne che hanno votato la nuova premier si sentono tradite;
  • Curiosità, tra le critiche c’è anche la scelta della Meloni di usare l’articolo al maschile per premier.