Ci sono delle novità riguardanti le pensioni: cala la speranza di vita e migliorano i coefficienti del montante contributivo per il calcolo.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti emanato il decreto per la revisione biennale. Inoltre sono stati pubblicati i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo per gli anni 2023-2024.

Essi saranno migliorativi perché prenderanno in considerazione la riduzione della speranza di vita per colpa del Covid-19.

La nuova revisione riguarderà più nel dettaglio coloro ai quali si applica per intero il metodo di calcolo contributivo.

Pensioni e Covid-19

A seguito dei decessi per Covid-19, l’Inps si è ritrovato a erogare meno assegni pensionistici. Il nono rapporto sul bilancio previdenziale italiano di itinerari previdenziali, ha infatti evidenziato che il 96,3% dell’eccesso di mortalità che si è registrato nel 2020 ha riguardato una fascia di popolazione di età uguale o superiore ai 65 anni.

La maggior parte di esse percepiva pensioni Ivs ovvero di invalidità, vecchiaia, superstite. Il rapporto quantifica quindi un risparmio per le casse dell’Inps e una minor spesa nel decennio 2020-2029 di circa 11,9 miliardi.

Come cresceranno i coefficienti nel 2023-2024

Con la riduzione della speranza di vita a seguito della pandemia, la rendita di chi uscirà l’anno prossimo aumenterà. Il coefficiente a 67 anni è infatti, ad esempio, di 5,723% contro il 5,575% degli anni 2021-2022. Tale coefficiente, per chi non lo sapesse, è un valore che contribuisce al calcolo delle pensioni con metodo contributivo e varia a seconda dell’età del lavoratore al momento della richiesta dell’assegno. Si parte dai 57 anni di età fino ad arrivare ai 71 anni e maggiore è l’età, più alti sono i coefficienti di trasformazione.

Le novità sono le seguenti per il 2023-2024:

1. per chi esce a 57 anni, il coefficiente sarà di 4,270% contro il 4,186% del 2021-2022
2.

per chi esce a 58 anni, sarà del 4,378% contro il 4,289% del 2021-2022
3. se si esce a 59 anni del 4,493% contro il 4,399% degli anni 2021-2022
4. a 60 anni del 4,615% contro il 4,515%
5. a 61 anni 4,744% contro 4,629% del biennio 2021-2022
6. a 62 anni del 4,882% contro il 4,770%
7. a 63 anni del 5,028% contro 4,910%
8. a 64 anni del 5,184% contro 5,060%
9. a 65 anni del 5,352% contro 5,220%
10. a 66 anni del 5,531% contro 5,391% degli anni 2021-2022
11. a 67 anni del 5,723% contro 5,575%
12. per chi esce a 68 anni del 5,931 contro il 5,772% del biennio 2021-2022
13. per chi esce a 69 anni del 6,154% contro 5,985%
14. a 70 anni del 6,395% invece del 6,215 del biennio 2021-2022
15. per chi esce a 71 anni, invece, sarà di 6,655 contro 6,466 degli anni 2021-2022.

Per quanto riguarda l’aumento delle pensioni, dipenderà dalla quota contributiva del proprio assegno ovvero dei contributi versati dal 1° gennaio 1996 al 1° gennaio 2012 per chi aveva già maturato diciotto anni di contribuzione dal 31 dicembre. Ilsole24ore fa quest’esempio: se due persone di 67 anni con il medesimo montante contributivo (150 mila euro) andranno in pensione nel 2022 e nel 2023, nel primo caso si riceverà una quota contributiva di 643,25 euro lordi circa per tredici mesi mentre nel secondo casi di 660,35 euro circa.

[email protected]