Per le pensioni 2023 e più esattamente per Opzione Donna, i requisiti saranno più stringenti. Questo è quanto prevede la Legge di Bilancio 2023 che è stata approvata dalla Camera e attende il via libera del Senato. La modifica introdotta per Opzione Donna, però, ha suscitato e continua a suscitare malumori perché favorirebbe le lavoratrici con figli che potrebbero andare prima in pensione rispetto alle donne che non li hanno.

Il professore Azzariti, che insegna Diritto Costituzionale all’Università La Sapienza di Roma, ha spiegato a Ilfattoquotidiano che la modifica introdotta è una distinzione irragionevole.

Comunica, infatti, che essa può “portare a sollevare una questione del principio di uguaglianza“, contemplato nell’articolo 3 della Costituzione che stabilisce il principio di uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”.

Le novità per Opzione Donna

L’accesso alle pensioni anticipate 2023 “Opzione Donna” potrà essere ottenuto solo da tre categorie specifiche di lavoratrici. Parliamo di quelle che sono invalide almeno al 74%, le caregiver e quelle che lavorano o sono state licenziate perché l’azienda era o è in crisi. Oltre a queste caratteristiche, sarà necessario per forza avere sessanta anni per andare in pensione ma quest’età si potrà ridurre soltanto se si hanno figli.

Il requisito di contribuzione, uguale a 35 anni, invece resterà lo stesso e non cambieranno nemmeno le finestre di attesa. Queste ultime sono di dodici mesi per chi ha un lavoro dipendente e di 18 mesi per chi ha un lavoro autonomo.

Quali sono i requisiti?

Con la nuova legge di bilancio, cambiano i requisiti per Opzione Donna. Bisognerà raggiungere i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022 e aver compiuto, entro la medesima data, i 60 anni di età. Questo requisito è ridotto a 58 anni per chi ha almeno due figli e a 59 anni per chi ha un solo figlio.

Come già spiegato, poi, c’è la finestra di dodici e diciotto mesi e l’appartenenza alle categorie tutelate.

Ricordiamo che Opzione Donna è un regime sperimentale, previsto per la prima volta dalla Legge Maroni numero 243 del 2004. Esso consente alle lavoratrici di avere una pensione con requisiti ridotti rispetto alle pensione anticipata ordinaria. Quest’ultima fino al 31 dicembre 2026 è di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne.

I requisiti per Opzione Donna sono anche migliori di quelli per ottenere la pensione di vecchiaia che fino al 31 dicembre 2024 saranno di 67 anni e 20 anni di contributi.

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