Che piaccia o no le elezioni politiche hanno dato un risultato e non è solo la vittoria netta del centrodestra ma anche il tonfo del PD. Un tonfo che in pochi aspettavano anche se qualche critica alla campagna elettorale del partito non era passata inosservata. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha annunciato questa mattina che non si ricandiderà al prossimo congresso. Ha così confermato il passo indietro che in tanti si aspettavano dopo l’esito disastroso delle elezioni politiche. Nonostante negli scorsi mesi i sondaggi politici vedevano il Partito democratico con il vento in poppa, davanti anche a Fratelli d’Italia, il voto del 25 settembre ha segnato uno dei risultati peggiori di sempre per il centrosinistra. Di fatto ha pareggiato o quasi le percentuali del 2018, quando i cronisti certificarono il peggior risultato della storia della coalizione di centrosinistra.

I possibili candidati nella successione di Enrico Letta a segretario del Pd

Dopo la fine della segreteria Letta, inevitabilmente si aprirà una nuova stagione politica per il Partito democratico. Chi prenderà il posto del segretario uscente al prossimo congresso? I due nomi più papabili sono quelli di Stefano Bonaccini e Giuseppe Provenzano. Bonaccini è l’attuale presidente della Regione Emilia Romagna, invece Provenzano è il vice segretario del Pd. Da un lato, Bonaccini appartiene all’ala riformista del Partito democratico, dall’altra Provenzano vanta già esperienze di governo, avendo ricoperto il ruolo di ministro per il Sud e la coesione territoriale in occasione del governo Conte II. L’alternativa a questi due nomi è Antonio Decaro, sindaco di Bari, che otterrebbe l’appoggio del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Quando sarà il congresso del Pd

Prima delle elezioni politiche, il congresso del Partito democratico era stato fissato per la primavera 2023, tra marzo e aprile. Nel suo discorso di oggi, Enrico Letta ha parlato di “accelerare” il percorso che porterà al nuovo congresso, in cui non si ricandiderà.

È dunque probabile che si possa tenere tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, per ridare al Pd un nuovo segretario e un nuovo corso.

Due segretari, due interlocutori diversi

L’elezione eventuale di Stefano Bonaccini porterebbe il Partito democratico a dialogare nuovamente con Azione di Carlo Calenda, dopo lo strappo di quest’ultimo nei giorni successivi al patto con Letta. Bisogna valutare meglio invece il discorso relativo a Matteo Renzi. Anche alla luce dei rapporti di certo non idilliaci con la maggior parte della base del Pd.

Se la scelta ricadrà su Giuseppe Provenzano, si aprirebbero nuovi spiragli sulla possibile riappacificazione tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. In più di un’occasione, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi leader del M5S, ha lasciato intendere di essere disposto a parlare di nuovo con il Pd soltanto dopo l’addio di Letta.

Addio che è puntualmente arrivato dopo il voto del 25 settembre.