Chi l’avrebbe mai detto, meglio la partita IVA che il posto fisso. È ciò che pensano molti professionisti nel nostro paese, i quali vedono in questo modo una maggior possibilità di fare carriera, gestendo al meglio e autonomamente le proprie risorse e i propri guadagni. Vediamo nel dettaglio cosa dice lo studio.

I rischi del bel paese

L’Italia non è un paese facile. Il mondo del lavoro sta vivendo momenti di grande difficoltà, e le nuove norme in merito al reddito di cittadinanza non stanno certo facilitando la cosa, visto che a detta di molti oppositori del Governo, in questo modo si lascheranno i poveri abbandonati a se stessi.

Questo però non è un problema dei professionisti del nostro paese, i quali invece avanzano senza indugi nel faticoso mondo del lavoro a colpi di partita IVA. Secondo lo studio condotto dall’osservatorio Fatture in Cloud del Gruppo TeamSystem, il 73% dei professionisti del nostro paese preferisce proprio il lavoro autonomo, rispetto a quello dipendente. Magari, se proponessero loro il cosiddetto posto fisso, le cose cambierebbero.

Probabilmente in quel caso si farebbero due conti in più, ma allo stato attuale delle cose, con l’incertezza che regna sovrana nel lavoro dipendente, meglio la partita IVA. Come detto, quindi, il 73% opta per questa soluzione, ma c’è di più, perché il 54% di essi dice addirittura che non ha intenzione di cambiare il suo status professionale da qui ai prossimi 10 anni. Insomma, non passa loro nemmeno per l’anticamera del cervello di slittare verso il lavoro dipendente. Perché questa idiosincrasia? È presto detto. La maggior motivazione data dal campione è che essere un lavoratore autonomo significa lavorare senza essere vincolati da altri. Il 48,1% degli intervistati ha dato questa risposta. Mentre il 36% ha aggiunto che la partita IVA ha anche il pregio di offrire stimoli sempre nuovi.

Partita IVA, gli italiani la preferiscono

Naturalmente, non è tutto rose e fiori.

C’è anche chi con la partita IVA non ci va molto d’accordo, ma si adegua perché non ha altre alternative. Tra questi il 42% lamenta costi di gestione troppo elevati, e il 38,3% sottolinea condizioni di mercato negative. Insomma, si tratta di numero decisamente inferiori rispetto a quelli favorevoli, ma che comunque rappresentano una corposa fetta di lavoratori. Sulla questione è intervenuto Enrico Causero, GM Cloud Microbusiness & Digital Finance Solutions di TeamSystem, secondo il quale i lavoratori autonomi sono quelli che più hanno sofferto durante la pandemia, ma allo stesso tempo ne sono usciti a testa alta e oggi rappresentano lo zoccolo duro per la crescita economica del nostro paese. A tal proposito, Causero afferma:

“I segnali positivi che abbiamo riscontrato nel nostro osservatorio, insieme alla normali criticità di un settore che affronta significativi problemi dal punto di vista della burocrazia, crediamo vadano affrontati stimolando e portando a compimento quel percorso di trasformazione digitale che rappresenta uno strumento fondamentale per incrementare ancor di più la loro competitività in un contesto economico che continua a essere sfidante”.

Insomma, il dato è chiaro, meglio la partita IVA e quindi un lavoro autonomo, rispetto aut lavoro dipendente, sottopagato e con poche certezze per il futuro. Certo, come dicevamo poco sopra, qualora arrivasse l’offerta di un posto fisso vinto tramite concorso, allora le cose cambierebbero.

In sintesi…

  • il 73% dei professionisti preferisce il lavoro autonomo a quello dipendente;
  • tra questi molti affermano di non voler cambiare nemmeno in futuro;
  • i lavoratori autonomi rappresentano una delle categorie centrali per l’economia del nostro paese.