La riforma pensioni sembra ingessata e senza possibilità di evitare il ritorno della Fornero nel 2024. Andrà già bene se sarà prorogata di un altro anno Quota 103, ma niente di più. Di altre uscite anticipate il governo non ne vuole più sapere. Pensa lo sconquasso dei conti pubblici e l’insostenibilità del sistema previdenziale.

Il governo Meloni, però, ha a cuore il futuro dei giovani e sul punto non lascerà nulla di intentato per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Se ne parla da tempo, ma indiscrezioni sempre più insistenti vedono ora il Ministro del Lavoro Elvira Calderone impegnato a fare qualcosa con la legge di bilancio 2024.

Pensioni e staffetta generazionale

L’idea sarebbe quella di fare ricorso al part time per i lavoratori a cui mancano 2-3 anni al raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia obbligando al contempo i datori di lavoro ad assumere giovani. La manovra sarebbe sostenuta da un incentivo contributivo a tutto vantaggio del lavoratore.

In altre parole si introdurrebbe una staffetta generazionale che consentirebbe al lavoratore di beneficiare anticipatamente del trattamento pensionistico in misura ridotta e di continuare a lavorare metà tempo. In questo modo non perderebbe nulla fra pensione e retribuzione. In più, durante il periodo di lavoro part time, riceverebbe la contribuzione piena e la differenza sarebbe pagata dall’Inps.

Il datore di lavoro, dal canto suo, avrebbe l’obbligo di assumere stabilmente giovani under 35 da inserire nell’organico. Inizialmente part-time e poi a tempo pieno una volta che si sarà liberato il posto con il pensionamento. Quindi una staffetta generazionale a tutti gli effetti.

Vantaggi e svantaggi del piano giovani per le pensioni

Il vantaggio di una simile manovra sarebbe quello di poter favorire un avvicendamento organico fra i lavoratori. In sostanza i lavoratori senior potrebbero lasciare il posto in maniera graduale ai più giovani trasferendo le loro competenze fin tanto che restano al lavoro.

Vi sarebbe anche la possibilità di iniziare a beneficiare del trattamento pensionistico. In parte, ben inteso, visto che il lavoratore resterebbe ancora alle dipendenze dell’azienda o della pubblica amministrazione. Col vincolo che tale soluzione sarebbe legata alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Fra gli svantaggi vi è da considerare il fatto che l’azienda dovrebbe pagare lo stipendio e i contributi al lavoratore e anche al neo assunto. Durante il periodo di transizione, che potrebbe durare 2-3 anni, il datore di lavoro si dovrebbe fare carico di maggiori costi perché avrebbe alle dipendenze due persone (anche se una è part time) anziché una. A prescindere dal fatto che vi sarebbero comunque incentivi contributivi.

Lotta alla disoccupazione giovanile

La misura concepita dal Ministero del Lavoro avrebbe il merito di aprire un fronte contro la disoccupazione giovanile (circa il 23%) che imperversa soprattutto al Sud. Ma anche quello di assicurare ai giovani che lavorano poco una pensione e la possibilità di costituirsi qualche forma di integrazione previdenziale.

Solo attraverso il prepensionamento part-time vi sarebbe in concreto la possibilità di obbligare le aziende a stabilizzare i rapporti di lavoro finendola con il precariato e con gli contratti a termine che, alla lunga, costano più allo Stato che alle aziende.

Riassumendo…

  • In arrivo il part-time prima della pensione per favorire l’ingresso dei giovani al lavoro.
  • Una assunzione stabile di under 35 in cambio di un prepensionamento part-time del lavoratore.
  • La staffetta generazionale entrerebbe in funzione a 2-3 anni dalla pensione di vecchiaia.