Torna l’incubo del covid-19 alla vigilia del terzo anno in compagnia del virus più famoso al mondo. Il boom di casi in Cina, infatti, ha di nuovo fatto scattare l’allarme in tutto il mondo, soprattutto in merito alla diffusione di una nuova variante covid ancora più pericolosa. L’Europa, e il mondo intero, non stanno a guardare. In Italia si è deciso di imporre delle misure per chi arriva dalla Cina. In altri paesi come Usa e Giappone, invece, sono richiesti tamponi negativi effettuati prima della partenza.

Intanto, il 4 gennaio è prevista una riunione della Ue per discutere sull’ultima impennata di casi di positività. Ma anche per capire come agire in vista dei mesi freddi.

Boom di positivi in Cina, tornano le restrizioni negli aeroporti europei e non solo

In Cina, intanto, la situazione è preoccupante. Secondo la società britannica di analisi della salute Airfinity, il picco dei casi sarà raggiunto a gennaio, ma si teme una seconda ondata anche a febbraio nelle zone rurali. Nonostante i dati ufficiali segnalino solo 5.200 morti per Covid in Cina, emerge un divario enorme tra il quadro presentato e le testimonianze sui social, dove sono state diffuse immagini di ospedali al collasso e forni crematori pieni. In più sta emergendo anche una certa sfiducia verso i farmaci cinesi, come si nota dalla corsa ai vaccini mRna occidentali.

Tampone richiesto per chi arriva dalla Cina

Intanto il resto del mondo guarda con attenzione a ciò che sta succedendo in Cina. Negli Usa ora viene richiesto per chi arriva dalla Cina, ma anche ai viaggiatori in arrivo da Hong Kong e Macao, un tampone negativo fatto non prima delle 48 ore precedenti la partenza o un documento che provi la guarigione dal Covid nei 90 giorni precedenti.
Tampone richiesto ai turisti cinesi anche in Canada. In Italia, dal 28 dicembre sono ripartiti i controlli per i voli provenienti dalla Cina fino al 31 gennaio.

Per poter entrare in Italia servirà un tampone molecolare fatto nelle 72 ore precedenti all’ingresso, o un test antigenico nelle 48 ore antecedenti. Ma anche l’obbligo di sottoporsi ad un tampone antigenico al momento dell’arrivo in aeroporto.

Stessa mossa seguita anche dalla Spagna e dalla Francia, che hanno annunciato il ritorno dei controlli in aeroporto con obbligo di tampone effettuato nelle 48 ore precedenti per chiunque arrivi dalle città cinesi. Test richiesti anche nel Regno Unito e in Australia. Mentre in Giappone chi arriva dal paese asiatico deve sottoporsi al tampone obbligatorio all’arrivo ma anche in caso di negatività si dovrà fare una quarantena di 7 giorni. In Marocco, invece, è previsto direttamente il divieto a tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina.

Nuova variante covid BF.7, che cosa sappiamo

E mentre molti paesi cercano di correre ai ripari, c’è timore per una nuova variante covid, chiamata BF.7, che sembrerebbe la più diffusa a Pechino. Da quanto si apprende la nuova variante BF.7 è figlia di Omicron. Si tratterebbe di una ramificazione di BA.5, come dichiarato da Manal Mohammed, esperta di Microbiologia Medica all’Università di Westminster. A Repubblica l’esperta ha parlato di una variante elusiva e della forte possibilità che in giro ci siano moltissimi asintomatici colpito dal nuovo ceppo. I sintomi sono più o meno sempre gli stessi: febbre, mal di gola, naso che cola, dolori muscolari, affaticamento. In alcuni casi anche sintomi gastrointestinali, come vomito e diarrea. Al momento questa variante è in forte crescita a Pechino e Shanghai ma secondo gli esperti avrebbe una maggiore capacità di fuga immunitaria ma anche “un periodo di incubazione più breve e una velocità di trasmissione più rapida”.