Dopo la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina che ci sta toccando da vicino, in Italia c’è anche un altro rischio all’orizzonte che riguarda l’allarme siccità e la crisi idrica del Po.

Allarme siccità, dopo la guerra e la pandemia di covid-19 un altro timore per il nostro paese

Il fiume avrebbe raggiunto i livelli più bassi dal 1972 e il deficit di pioggia avrebbe superato i 100 millimetri pari al 92%. Al momento, come riportano i media, la siccità sarebbe più accentuata nella parte ovest del corso d’acqua ma sta andando anche ad est.

i prossimi giorni non si annunciano piogge e la situazione dovrebbe rimanere tale fino a metà aprile.

A parlare della grave situazione è stato il segretario generale dell’Autorità distrettuale del Po Meuccio Berselli a “Radio Anch’io”:
“Non piove da 108 giorni e mancano le riserve d’acqua date dalla neve: in Appennino non ce n’è più e nelle Alpi siamo a -70%. Questo determina una siccità che è partita dal Piemonte e sta scendendo a valle prosciugando il Po“.

Serve una strategia di contrasto ai cambiamenti climatici

Il 1 aprile inizierà la distribuzione dell’acqua per le colture ma fino alla metà del mese non sono previste piogge, per questo motivo è importante arrivare ad una strategia di contrasto ai cambiamenti climatici come micro invasi e regolazione del prelievo d’acqua dai laghi e colture che resistono maggiormente alla siccità.

Negli ultimi due anni siamo stati abituati al dramma della pandemia, che ad oggi continua ad occupare gran parte dell’attenzione pubblica. Da un mese, anche la guerra in Ucraina ha iniziato a preoccupare l’opinione pubblica, soprattutto in virtù di un possibile conflitto mondiale e nucleare. Va però detto che anche il tema siccità è da prendere in considerazione, soprattutto per le conseguenze a lungo termine che potrebbe avere.

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