L’Italia ha un fardello che si porta dietro da sempre, quella di un popolo di bamboccioni. Parliamo di quei giovani (che a volte non sono più così giovani), che lasciano la casa genitoriale molto tardi. A volte per pigrizia e voglia di comodità. Altre volte a causa degli stipendi troppo bassi, che non permettono di vivere da soli o di un mondo del lavoro precario, che non offre sempre grandi prospettive a lungo termine. Incertezze che spingono i giovani a non abbandonare mai il tetto genitoriale o a farlo in tarda età.

Fino ad oggi si è sempre pensato che l’Italia fosse l’unico paese europeo con questo problema, che di fatto ha significato parecchi luoghi comuni da parte delle altre nazioni.

Neet e ‘bamboccioni’ in Italia: il problema è reale ma c’è chi fa peggio

Le ultime statistiche diffuse da Eurostat, però, raccontano di un’altra realtà. Il problema di giovani che lasciano la casa dei genitori tardi, in sostanza, è diffuso un po’ in tutta Europa.
Un problema tutto italiano, però, c’è: quello dei Neet, quei giovani che non studiano e non lavorano. Un recente articolo sul Frankfurter Allgemeine Zeitung, riportato dal Corriere della Sera, parlava proprio dei mammoni italiani che hanno difficoltà a staccarsi dalle comodità della casa natia. I dati Eurostat confermano che in Europa i giovani vanno a vivere da soli mediamente a 26 anni e 6 mesi. In Italia la media sale a 30 anni.

Il dato confortante è che peggio degli italiani fanno i croati che lasciano la casa a 33,4 anni, gli slovacchi a 30,8, i greci a 30,7 e gli spagnoli, bulgari e maltesi che lasciano il nido materno ugualmente a 30 anni. I paesi del Sud e parte dell’Est Europa, quindi, sono quelli in cui i giovani fanno più fatica ad andare a vivere da soli. Al contrario nei paesi del Nord Europa, l’età si abbassa molto.

In Finlandia i giovani se ne vanno di casa a 21,3 anni, in Svezia a 21,4 anni, in Danimarca a 21,7 e in Estonia a 22,7 anni. Nel mezzo ci sono i giovani francesi, tedeschi, austriaci e via dicendo. In alcuni paesi come Spagna e Grecia, però, negli ultimi anni il trend dei giovani che lasciano prima la casa dei genitori è migliorato molto.

I dati allarmanti sui Neet in Italia

Chiaramente non è solo un problema di comodità, piuttosto di stipendi bassi, di case in affitto che costano troppo in molte città. Senza dimenticare i contratti spesso precari, che non offrono certezze future. Ecco perché molti giovani tra 18 e 34 anni hanno deciso di trasferirsi all’estero per trovare un’occupazione più soddisfacente e più opportunità di carriera, quindi il cosiddetto lavoro dei sogni.
Dunque, se i giovani italiani sono in buona compagnia quando si parla dell’abbandono in tarda età della casa dei genitori, i dati più allarmanti riguardano i Neet. Ossia quei giovani che hanno meno di 35 anni e non studiano e non lavorano. In Italia sono tantissimi e nessun altro paese europeo fa peggio, tranne in alcune zone della Romania e della Bulgaria. In Sicilia i Neet sono il 30,2% dei giovani, in Calabria e Campania il 27%.

Numeri del tutto diversi, quasi irrilevanti, sono quelli dei Neet in Svezia, Olanda o altri paesi europei che al massimo arrivano al 6%. Se un tempo, dunque, il problema italiano era quello dei giovani “mammoni” adesso la linea si è spostata sui Neet, che non lavorano e non studiano. E forse è anche peggio.

Riassumendo

  • L’Italia resta uno dei paesi in cui i giovani lasciano la casa dei genitori molto tardi
  • Secondo i dati Eurostat, però, anche in Europa la media non è proprio bassa
  • Il vero problema italiano è quello dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano.