Una domanda che forse non tutti si sono posti è: che fine fanno le monetine nella Fontana di Trevi? Molti infatti sanno che i turisti spesso lanciano una monetina, poiché si dice porti fortuna. Abbiamo visto queste scene molte volte anche nei film, ebbene com’è logico pensare, tali soldi non rimangono per sempre nell’acqua, ma vengono raccolti dal Comune.

Un buon business

È davvero un buon business, come pensava Ugo D’Alessio nel film Totòtruffa 62. Nella nota pellicola con Totò e Nino Taranto, i due truffatori convincono un turista americano (D’Alessio) ad acquistare la Fontana di Trevi, visto che poi in qualità di proprietario avrebbe potuto raccogliere tutte le monetine che gli altri turisti lanciavano.

Subito dopo l’americano viene arrestato, in quanto intendeva appropriarsi delle monete appena lanciate. In realtà, le cose non sono poi così diverse da come ci appaiono nel film, anche se a raccoglierete in questo caso è proprio il comune di Roma. La tradizione di lanciare le monetine nella Fontana di Trevi sembra affondare le sue radici nella Roma Imperiale, quando gli antichi romani credevano che in questo modo si sarebbero ingraziati le divinità. In effetti, ancora oggi i turisti fanno questo gesto proprio perché credono sia un porta fortuna.

La realtà è che la fortuna la stanno donando al Comune di Roma. Pare infatti che ogni anno raccolga circa un milione e mezzo di euro. Al di là della possibile tradizione dell’antica Roma, a lanciare questa tradizione in tempi recenti è stato l’archeologo tedesco Wolfgang Helbig che, in occasione dell’addio alla città eterna, chiese ai suoi colleghi di lanciare la monetina come segno di buon auspicio affinché potessero un giorno tutti tornare nella città che tanto avevano amato. L’episodio è ricordato anche dallo storico Theodor Mommsen, il quale scrisse:

“La felicità dei tempi romani, la grazia, la tranquillità, la gaiezza, la pienezza della vita e della convivenza romana legano tutti coloro che sono arrivati a Fontana di Trevi in un legame con Roma e insieme in un legame reciproco di comunanza duratura”.

Monetine nella Fontana di Trevi

Non tutti i turisti lanciano una monetina nella fontana, e non tutti lo fanno seguendo quella che è la tradizione inaugurata da Helbig.

A quanto pare, si dovrebbe infatti lanciare la monetina con la mano destra sulla spalla sinistra. Un gesto quindi da fare dando le spalle alla famosa fontana (a simboleggiare che comunque la fortuna è cieca e non va vista in faccia durante il gesto). Il più delle volte si esprime un desiderio senza dare troppo peso alla prassi. E moltissimi non sanno che poi quei soldi vengono raccolti dalla Caritas del territorio. Grazie a un accordo tra Caritas e Comune infatti quei soldi finiscono per finanziare numerosi progetti. Tale accordo va avanti da ormai 15 e segna un’importante collaborazione tra i due enti.

Ci sono superstizioni che ci mettono in guardia dal futuro funesto, come ad esempio le profezie di Nostradamus, altre che invece sono bene auguranti, come quelle del lancio di una monetina in un luogo che si dice porti fortuna. La raccolta degli addetti della Caritas inizia alle 8 di mattina e si provvede innanzitutto a recintare la zona con dei nastri. A occuparsi di questa prima fase è in realtà l’Acea, fornitore di energia elettrica e gas che gestisce anche l’illuminazione artistica. In seguito vengono poi raggiunti da Fabrizio Marchioni, un rappresentante della Caritas che aiuta in tale amministrazione sin dal 2011. Il lavoro dura circa un ora e, dopo aver raccolto, dollari, yen e altre monete provenienti dal mondo (euro compresi, ovviamente), si procede alla rimozione dei nastri e la fontana di Trevi torna ad essere a disposizione dei turisti, i quali possono tentare nuovamente la sorte con il lancio di una monetina.

I punti salienti…

  • le monetine raccolte nella fontana di Trevi sono circa 1 milione e mezzo di euro all’anno;
  • da 15 anni vige un accordo tra Caritas e Comune di Roma, tali soldi servono a finanziare diversi progetti;
  • il lavoro di raccolta dura circa un ora e inizia alle 8 di ogni giorno.