Secondo Fimmg (federazione dei medici di medicina generale) i medici di famiglia sono una figura professionale in via di estinzione. Secondo le analisi, tra tre anni circa il 25% degli italiani sarà senza. Quali sono i motivi di questo fenomeno e perché si sta verificando in Italia?

Medici di famiglia, che fine hanno fatto?

Altro che ChatGPT, il mondo del lavoro sta cambiando, ma anche per altri motivi che non riguardano strettamente la tecnologia, bensì la struttura sociale stessa del nostro paese.

A lanciare l’allarme è Silvestro Scotti, segretario nazionale della federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), il quale preannuncia una situazione critica già evidenziata ben 20 anni fa e dice:

“La medicina del territorio è in una condizione che era facilmente prevedibile. Già 20 anni fa abbiamo iniziato a porre questo problema facendo i calcoli sui pensionamenti”.

Ma quali sono le cause che hanno portato a questa condizione? La realtà dei fatti è che i medici di base sono sempre più anziani, e sono pochi i giovani che decidono di intraprendere questa professione per coprire i posti rimasti vacanti da chi è andato in pensione. Al momento a soffrire maggiormente di questa condizione sembra essere il nord del paese, ma è un fenomeno che si sta comunque diffondendo in tutta Italia. I dati sono allarmanti: ad oggi tra i 3 e i 4 milioni di italiani sono senza medico di famiglia. Un calcolo è già possibile farlo in maniera pratica, per quanto riguarda il futuro. Basta vedere chi è in età prossima al pensionamento e chi si sta specializzando nelle università. Secondo tale calcolo, tra 3 anni il 25% degli italiani sarà senza il medico di base.

Come aggirare il problema

Non c’è un modo fattibile al momento per risolvere il problema. Per farlo, ogni medico di famiglia dovrebbe estendere il proprio territorio di competenza e caricarsi fino a 2000 assistiti. Come lo stesso Scotti ricorda, la situazione era già prevedibile due decenni fa, quando il numero di coloro che avviano il percorso di medicina generale non era sufficiente a coprire le uscite di coloro che sarebbero andati in pensione.

Medicina generale è l’indirizzo obbligatorio per intraprendere tale professione, come da norma europea, e la carenza di borse di studio ha certamente avuto un forte peso su questo problema.

A dire il vero, le cose sono cambiate negli ultimissimi anni, con le borse di studio pressoché triplicate, ma a quanto pare ancora non basta. Questo perché le regioni sono in ritardo di un anno con i bandi di concorso. Ma non è la sola ragione. I pensionamenti sono infatti tanti e molti giovani medici preferiscono poi optare per un percorso specialistico, decisamente più remunerativo, anziché occupare i posto lasciati vacanti dai medici di famiglia andati in pensione.

Una possibile soluzione per tamponare sarebbe quella di spostare l’età pensionabile a 72 anni. Servirebbe inoltre agevolare l’accesso ai corsi di formazione del nuovo personale medico, magari riducendo il triennio con esperienze certificate. Se su questo secondo punto probabilmente nessuno sarebbe in disaccordo, sul discorso invece relativo allo spostamento dell’età pensionabile immaginiamo proteste a non finire.