Quella nella foto l’avranno riconosciuta in molti: è la libreria Acqua Alta di Venezia. Un luogo magico e dal fascino vintage diventato ormai attrattiva per molti turisti che si recano come in un pellegrinaggio a C. Longa Santa Maria Formosa, piccolo vicolo defilato dietro piazza San Marco, per passeggiare tra gli scaffali e salire sulla scalinata di libri che affaccia sul canale.

Fino a qualche anno fa era una perla nascosta. Oggi, esclusi i must see, è tra i luoghi più iconici di Venezia.

Ma non è di questa libreria di Venezia che vogliamo parlarvi questa volta bensì di una che ha appena aperto e nasce grazie all’amore di un ragazzo per sua madre, per l’arte e per la sua città.

Souvenir da Venezia

Come Roma e altre mecche turistiche in Italia, Venezia è ormai letteralmente invasa da negozietti di souvenir e cianfrusaglie varie gestite dai cinesi. Sembrano riprodotti in serie: calamite, sopramobili che riproducono gondole e altri oggetti per chi cerca un souvenir da Venezia da riportare. Economico e banale. Senza anima direbbero i più romantici. Il massimo del vintage che si può trovare in questi negozi sono le cartoline. Che qualcuno compra ancora ma che quasi nessuno spedisce più.

I dati AGI descrivono una realtà drastica delle imprese registrate alla Camera di Commercio di Venezia dal 2010 ad oggi. Negli ultimi 10 anni gli imprenditori cinesi sono passati da 528 a 968, registrando quindi un aumento dell’83% che corrisponde a 440 nuove attività aperte.

Bisogna cercare con uno sguardo più attento e addentrarsi nei vicoli interni per scorgere ancora qualche bottega artigianale di articoli più ricercati e raffinati, come le maschere del Carnevale di Venezia realizzate a mano.

A Venezia c’è una libreria con un’anima che vende ricordi e non souvenir

E c’è un’altra strada, e c’è un’altra luna. Un altro bar che chiude e un’altra voglia di fortuna” cantava Ligabue, che poi aggiungeva pochi versi dopo “Sarà un bel souvenir, sarà lo specchio di
Riflessi chiari e riflessi scuri
”.

Parole che fanno pensare proprio a questa storia, ai ricordi di riflessi che lascia nella mente la laguna di Venezia.

Il protagonista di questa bella storia è Marcello Strozzi, figlio di una storica parrucchiera nell’isola della Giudecca. Per 50 anni la mamma è stata titolare di questa attività. Al momento di dover vendere il locale, il figlio ha rifiutato diverse offerte di acquisto da imprenditori cinesi e non solo. Ha chiarito subito all’agenzia immobiliare, che ha sposato la sua causa, di non voler cedere il locale per far nascere l’ennesimo negozio di souvenir senza anima. Quel posto non sarebbe dovuto diventare nemmeno uno dei tanti bar a Venezia che spesso finiscono sulle notizie per gli scontrini esagerati ai turisti. E così per quattro anni la serranda è rimasta abbassata. Fino a che non si è interessato all’annuncio Alexandre Sap, titolare di due librerie in Francia (a Marsiglia e a Parigi). E così Rupture Arts & Books Group apre la sua terza sede in Italia, nella splendida cornice di Venezia.

A riprova dell’impegno di mantenere continuità con il passato, il vecchio proprietario e il nuovo titolare d’accordo hanno mantenuto l’insegna precedente. Un omaggio alla precedente gestione che era u punto di riferimento per gli abitanti. Ora l’area potrebbe diventare un nuovo polo artistico di Venezia visto che nei pressi sorgono già una galleria d’arte e il laboratorio di un’artista tedesca.

La città lagunare diventa sempre più una meta pensata per chi ha tempo di viverla con calma, leggendo un libro mentre ammira il panorama. E non solo una cartolina del turismo mordi e fuggi.